Luganese

Reati sessuali, l’ex direttore e quattro insegnanti condannati

Il Consiglio di Stato risponde a un’interrogazione dei granconsiglieri Pronzini e Sergi: ‘Il Ticino non ha mai segnalato alcun docente’

In sintesi:
  • Nessuna segnalazione malgrado l’accordo intercantonale
  • ‘Senza un sistema di autorizzazioni, niente revoche d’esercizio’
‘La professione non è sottoposta ad autorizzazione’
(Ti-Press)
25 agosto 2023
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Di recente, ad aver fatto scalpore è stato il caso dell’ex direttore di una scuola media del Luganese condannato per atti sessuali con fanciulli. Ma, oltre a lui, dal 2004 ci sono stati altri quattro casi analoghi fra i docenti cantonali (su un totale di 4’773 insegnanti oggi attivi). Lo comunica il Consiglio di Stato in risposta a un’interrogazione dei granconsiglieri Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi (Mps-Indipendenti). Tra le risposte, emerge anche come il Ticino non abbia mai segnalato alcun docente alla lista di insegnanti a cui è stata ‘tolta la cattedra’, malgrado abbia aderito a un accordo intercantonale che lo imporrebbe.

Nessuna segnalazione dal Ticino

La lista in questione, tenuta dal Segretariato generale della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (Cdpe), comprende i nomi dei docenti ai quali è stato revocato il diritto all’insegnamento o l’autorizzazione all’esercizio della professione. Un documento che “costituisce uno strumento di verifica e di controllo che consente alle Autorità cantonali e comunali interessate a evitare l’assunzione di docenti ai quali è stato tolto l’esercizio alla professione”. Attualmente, in quell’elenco ci sono indicati 92 insegnanti e i cantoni dai quali provengono le segnalazioni sono 12. Le direttive del Cdpe del 17 ottobre 2018 precisano che la decisione cantonale può sancire sia la revoca del diritto all’insegnamento nel cantone, sia la revoca del diploma, estendendo pertanto il divieto di esercitare in tutta la Svizzera. Il Canton Ticino non ha mai segnalato alcun docente.

‘Manca una base legale’

Per quale ragione il Dipartimento dell’educazione, cultura e sport (Decs) non ha mai dato seguito al suo obbligo di indicare i nominativi dei docenti condannati per reati a sfondo sessuale? È questa una delle domande proposte nell’interrogazione. “Il Canton Ticino – risponde l’esecutivo – a differenza di altri settori d’attività, non sottopone la professione di docente ad autorizzazione. È chiaro che, in assenza di un sistema di autorizzazioni previsto dalla legge, non vi possono essere revoche del diritto all’esercizio della professione”. L’inserimento dei docenti cantonali nella famosa lista “presuppone che il Canton Ticino sottoponga la professione di docente ad autorizzazione, compito nuovo e oneroso”. Concretamente, ciò significherebbe e comporterebbe per il Parlamento cantonale di dotarsi di una base legale che definisca principi e procedura di tale autorizzazione.

“Per l’autorità esecutiva – spiega la nota – invece, la procedura comporterebbe l’obbligo di elaborare un regolamento di applicazione e di dotarsi delle necessarie risorse umane per l’espletamento del compito, trattandosi di esaminare migliaia di richieste di autorizzazione (tante quante sono i docenti cantonali e comunali) sulla base dei requisiti fissati dalla legge”. La procedura si articolerebbe principalmente in tre fasi: domanda del docente, esame della documentazione prodotta e decisione dell’autorità competente (datore di lavoro).

In pratica si tratterebbe di rilasciare un patentino che autorizzi l’attività di docente a tutti quelli attivi (nominati, incaricati, su mandato, cantonali, comunali, privati), solo per i professori cantonali “contiamo oggi 4’773 persone. Le autorizzazioni andrebbero poi rinnovate una volta giunte a scadenza o ritirate in caso di gravi motivi, sarebbe necessario creare una commissione di verifica con la relativa procedura di reclamo/ricorso”. Oltretutto, precisa l’esecutivo, “la procedura dovrebbe prevedere anche la trasmissione di dati da parte della Magistratura qualora ci fossero docenti autorizzati, non dipendenti dello Stato o di un comune, condannati per reati gravi”.

‘Informazioni contenute nel casellario giudiziale’

Conoscere la lista ha “innanzitutto lo scopo di evitare l’assunzione di una persona alla quale un tribunale ha vietato l’esercizio della professione di docente per ragioni gravi (di regola contatti con i minorenni)”. Queste informazioni, conclude il Cantone, “sono ottenibili grazie ai documenti ufficiali che sono richiesti a tutti i candidati, ossia: l’estratto specifico per privati del casellario giudiziale, il casellario giudiziale e l’autocertificazione per le cause pendenti”.

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