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Noto avvocato divorzista del Luganese a processo per coazione

Avrebbe consigliato alla cliente di cambiare la serratura della porta nell’ambito di un divorzio litigioso. Il legale e la donna hanno impugnato i decreti

Sul caso dovrà esprimersi il pretore
(Ti-Press/Archivio)
26 aprile 2023
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Lasciar fuori casa il coniuge cambiando la serratura della porta d’entrata potrebbe costare una condanna per coazione. Spetterà al giudice della Pretura penale stabilirlo, che dovrà giudicare un singolare caso di separazione molto litigiosa sfociata nel penale. E, aspetto ancor più singolare, gli imputati sono uno dei due coniugi coinvolti nella lite e... il suo avvocato. Un noto divorzista del Luganese, accusato di aver ispirato l’opera da ferramenta, che a causa dei fatti in questione è stato anche segnalato alla Commissione di disciplina degli avvocati, che a suo carico ha aperto un procedimento disciplinare per possibile violazione di alcuni articoli della Legge federale sugli avvocati, della Legge cantonale sull’avvocatura, come anche del Codice svizzero di deontologia.

Casus belli: la sostituzione della serratura

Ma andiamo con ordine. L’origine della vertenza è puramente civile. Il matrimonio fra una 43enne e un 47enne italiani residenti nel Luganese entra in crisi. Le tensioni crescono, finché nell’autunno del 2020 capita il fattaccio: la donna decide di sostituire il cilindro della porta d’entrata dell’abitazione coniugale, impedendo di fatto all’uomo di accedervi. A lui non viene consegnata copia delle nuove chiavi. Passerà i successivi sei mesi vivendo in una sorta di piccola abitazione che la coppia aveva allestito in giardino per eventuali ospiti. «I servizi igienici c’erano – precisa l’uomo –, ma mancavano molti altri servizi, come ad esempio frigorifero, la lavatrice, i fornelli. L’abitabilità non era data, con tutti i rischi che ne conseguono, anche assicurativi».

‘Molti casi come il mio’

La sostituzione della serratura avviene come detto al culmine di forti tensioni e di accuse della moglie nei confronti del marito, «mai tramutate in denunce» precisa però il 47enne, la cui identità è nota alla redazione ma che preferisce mantenere l’anonimato anche a tutela della figlia minorenne della coppia. Anche per questo, l’uomo – costituitosi poi accusatore privato nel procedimento penale e patrocinato dall’avvocato Marco Cocchi – preferisce evitare gli aspetti legati al divorzio, alla donna e al loro rapporto. Il dito appare più puntato contro quello che è ormai l’ex patrocinatore della donna. «Purtroppo ci sono molti casi come il mio nel cantone. Tante persone buttate fuori casa non sanno nemmeno di poter reagire legalmente, perché per allontanare un presunto coniuge violento o si chiama la polizia o si fa richiesta in tribunale. La cosa grave è quel che ha fatto l’avvocato, ritengo fuori dal mondo che un legale faccia cose di questo genere».

Da avvocato a imputato

La situazione si complica infatti quando nella disputa viene direttamente coinvolto il noto divorzista. Stando al 47enne, ad aver suggerito alla 43enne di cambiare la serratura sarebbe stato il suo avvocato. Scatta la denuncia nei confronti di entrambi e dopo alcuni interrogatori da parte di polizia e Ministero pubblico, il procuratore pubblico Simone Barca emette a inizio 2023 due decreti d’accusa che riconoscono sia il legale sia la sua assistita colpevoli di coazione. Lei per “aver intralciato la libertà di agire del coniuge costringendolo a tollerare un atto”, ossia la famigerata sostituzione e conseguentemente impedendogli di entrare in casa. L’avvocato per “averla (la donna, ndr), intenzionalmente determinata, consigliandola in questo senso nella sua qualità di patrocinatore a sostituire il cilindro della porta d’entrata dell’abitazione”.

Proposte pene pecuniarie sospese

Il pp propone la condanna a due pene pecuniarie sospese. Venti aliquote giornaliere per entrambi, da importi sensibilmente differenti, sospesi condizionalmente per due anni e una multa: 600 franchi per la 43enne e 1’000 per il suo legale. In entrambi i casi non si tratta di proposte cresciute in giudicato, in quanto impugnate, e pertanto si andrà a processo. La donna sarà difesa dall’avvocato Massimo Bionda, mentre il suo ormai ex patrocinatore dall’avvocato Mario Postizzi. Una data ancora non c’è, ma è ipotizzabile che il caso sia giudicato dal pretore a cavallo fra la fine dell’anno e l’inizio del 2024.

Ci si vede in Pretura

Da noi contattato, il noto divorzista ha preferito non esprimersi sulla vicenda, rimandando al processo e negando però la sua colpevolezza. A tal proposito, sarà interessante scoprire la strategia difensiva degli avvocati Bionda e Postizzi, in quanto durante gli interrogatori la 43enne avrebbe dapprima dichiarato che sarebbe stato proprio il legale a dirle di modificare il cilindro, mentre in un secondo momento avrebbe cambiato versione. Il pretore, in ogni caso, a differenza del pp potrebbe anche stabilire che per gravi motivi la decisione presa sarebbe stata legittima.

Aperto un procedimento dalla Commissione di disciplina degli avvocati

Chi è convinto invece della colpevolezza dei due è l’accusatore privato, che infatti ha segnalato l’avvocato della moglie sia alla Commissione per l’avvocatura sia alla Commissione di disciplina degli avvocati. E quest’ultima ha aperto la scorsa estate un procedimento disciplinare per una presunta violazione di alcuni articoli della Legge federale sugli avvocati (articolo 12, lettera a), della Legge cantonale sull’avvocatura (articolo 16) e del Codice svizzero di deontologia (articoli 1, 2 e 24). In particolare, quelli relativi alla cura e alla diligenza e alla dignità professionale, e alla collegialità.

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