Luganese

Decreto di accusa per un professore della facoltà di Teologia

Manfred Hauke è stato denunciato per discriminazione e incitamento all’odio: un articolo sulla rivista di cui è editore definiva i gay ‘un cancro’

(Ti-Press)
9 marzo 2023
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Un professore della Facoltà di Teologia di Lugano (Ftl), affiliata all’Usi, avrebbe ricevuto un decreto di accusa per discriminazione e incitamento all’odio. Lo comunica l’Usi in una presa di posizione pubblicata sul sito precisando di essere a conoscenza dell’accusa. Il caso in questione riguarda una denuncia, risalente all’ottobre del 2021, di Pink Cross, la federazione svizzera di omo e bisessuali: il docente in questione è il teologo Manfred Hauke in qualità di "Herausgeber", ovvero il responsabile della pubblicazione, della rivista tedesca "Theologisches", su cui è apparso un controverso saggio di un teologo polacco sull’omosessualità.

‘Nessuna segnalazione a lezione’

Da noi contattato, il prorettore vicario dell’Usi, Lorenzo Cantoni, ha indicato che «nell’ambito del suo insegnamento nella nostra università, non abbiamo indicazioni che il professore abbia diffuso messaggi d’odio o discriminazione». Per quanto riguarda la vicenda in questione «attendiamo il giudizio della magistratura». Nella sua presa di posizione, l’Usi afferma che il professore ha comunicato alla Ftl di aver fatto opposizione per difendere la propria innocenza. Senza entrare nel merito di un procedimento giudiziario ancora in corso, l’Università della Svizzera italiana "ribadisce (come già fatto nel 2021 dalla Ftl) che l’Usi e i suoi affiliati, basandosi sui loro valori di apertura e responsabilità, sono contrari a qualsiasi forma discriminatoria, sia essa basata sull’orientamento sessuale o sull’appartenenza etnica o religiosa o su qualsiasi altro motivo. L’Usi condanna inoltre qualsiasi forma di incitamento all’odio".

L’articolo sotto accusa era intitolato ‘Della necessità di arginare le cricche omosessuali nella Chiesa’, e in esso, come rileva Pink Cross, gli omosessuali sono paragonati a "una mafia", che si comporta "come un parassita privo di scrupoli, come un cancro che non esita ad ammazzare il suo ospite, succhiarne fino all’ultima risorsa, fino all’ultima scorta, allo scopo di assicurarsi una comoda esistenza". Nel testo, si parla dell’omosessualità come una malattia che va curata, e si sostiene che uno dei "disturbi più tipici" degli omosessuali sia la "predilezione efebofila o pederastica", attribuita a circa il 20% di loro. Parole che, per l’associazione, violano l’art. 261bis del codice penale che, dal luglio 2020, punisce anche le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale.

Dal canto suo, Hauke contesta la competenza della giustizia svizzera per il procedimento in questione, che invece andrebbe svolto in Germania, dove si trova la sede della rivista. Il teologo, inoltre, sostiene che l’articolo in questione era "un testo scientifico che documentava crimini commessi da membri del clero, passibili di sanzioni ai sensi delle norme penali".

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