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Un curatore per cinque Comuni: esame superato a Caslano

Nella fase pilota del progetto sono state avviate trenta curatele. La figura potrà rispondere anche alle esigenze cantonali

Caslano ha promosso il bando di concorso
(archivio Ti-Press)
6 marzo 2023
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Un curatore intercomunale attivo in cinque Comuni. Terminata la fase del progetto pilota, Caslano sta preparando il passo successivo, ovvero l’assunzione di una figura a tempo pieno che lavorerà anche a Curio, Magliaso, Novaggio e Pura. Il bando di concorso è stato aperto nei giorni scorsi e la futura assunzione darà avvio al progetto vero e proprio. «Un progetto pilota serve a dimostrare se la domanda c’è e se quanto viene sperimentato è necessario – spiega Sarah Lustenberger, operatrice sociale dei comuni di Caslano e Magliaso –. Abbiamo trenta curatele, un numero che giustifica a tutti gli effetti il passaggio da un’80 a un 100% lavorativo». Un’ipotesi che, dopo il consenso degli esecutivi, dovrà ora essere avallata anche dai cinque Consigli comunali dei Comuni interessati, chiamati a mettere il sigillo all’apposita convenzione. Nel bando di concorso è stato indicato che l’entrata in servizio sarà dal 1° aprile (o in data da convenire con il Municipio). «L’assunzione avverrà, ma sarà comunque vincolata a quanto decideranno i legislativi – sottolinea l’operatrice sociale –. Caslano è il comune sede amministrativa che si è fatto promotore del bando. Ci sarà in ogni caso un periodo di transizione perché non possiamo non gestire le trenta misure in corso: il livello operativo resta molto importante». Quella tra i Comuni citati è una collaborazione iniziata nel 2009 con l’operatore sociale e che due anni fa è continuata con la figura del curatore. «L’intercomunalità è stata voluta per offrire al cittadino questo servizio indipendentemente dalla grandezza del comune: se nella sede amministrativa di Caslano, che ha più disponibilità, possiamo accogliere mandati di Comuni con meno abitanti, anche loro possono beneficiare del servizio».

Il lavoro e la figura del curatore

Il curatore intercomunale «è professionista – aggiunge Sarah Lustenberger – e, così come l’Ufficio cantonale, si occupa di situazioni che per un privato possono essere difficili». Il curatore riceve mandato dall’Autorità regionale di protezione (Arp). «I casi più frequenti riguardano mandati di rappresentanza e gestione amministrativa dei beni del pupillo (art. 394 e 395 CC), e ci sono anche le curatele educative (art. 308 CC). Le tutele per i minorenni sono invece molto rare perché generalmente si applica la misura più adeguata alla situazione, e una misura di curatela educativa può essere sufficiente». I mandati legati agli adulti riguardano spesso «persone sole con altre problematiche che impediscono loro di occuparsi della propria gestione amministrativa, persone con un disagio importante per cui non riescono a occuparsi della loro contabilità o della relazione con il locatore o della cura medica e che vanno quindi accompagnate in tutti i passi della loro vita». L’operatrice sociale sottolinea che «i colleghi hanno una formazione nella socialità con capacità di gestione della relazione perché è importante saper gestire persone con varie problematiche e la gestione amministrativa corrente è subordinata a questa competenza». Grazie al lavoro a tempo pieno, «i casi potranno ampliarsi. Generalmente un servizio per la gestione amministrativa dei pupilli ha a bordo anche un funzionario amministrativo che si occupa della contabilità per poter sgravare il curatore che può così occuparsi di più della parte sociale». Quello di Caslano «è un progetto in divenire che è arrivato a un aumento della percentuale. Abbiamo una collaborazione esterna per la gestione della contabilità, ma magari in futuro potremo avere una persona specifica per questo ruolo che ci permetterà di poter prendere più mandati».

Verso le esigenze cantonali

Poter assumere più mandati significa anche poter allargare il raggio dei Comuni? «Può essere ipotizzato, ma non va dimenticato che il popolo ha votato la riorganizzazione delle Arp in tribunali cantonali e quindi sarà necessario attendere la nuova organizzazione delle Preture di protezione. Si potrebbe presumere che ci sarà ancora più bisogno di curatori professionisti a cui demandare l’attività di esecuzione delle misure di protezione. Se a livello intercomunale siamo già pronti, potremo anche rispondere a questa esigenza cantonale perché quello avviato è un progetto assolutamente compatibile con la riforma, innovativo e unico in Ticino a livello intercomunale». L’esperienza, sottolinea ancora Sarah Lustenberger, è nata «perché si aveva bisogno di professionalizzazione. Abbiamo bisogno di curatori privati, a cui siamo grati, ma non sono sufficienti: quando le situazioni sono molto complicate, senza una formazione adeguata è difficile gestirle».

L’operatore sociale ‘servizio consolidato’

La collaborazione intercomunale è come detto nata nel 2009 per l’operatore sociale intercomunale che, prima della nascita del Comune di Tresa, ha coinvolto 8 Comuni. Negli anni la Commissione dell’operatore sociale intercomunale ha elaborato l’idea di istituire il servizio del curatore intercomunale. «Quello dell’operatore sociale è un servizio ormai più che consolidato – conclude Sarah Lustenberger –. Il servizio di consulenza accoglie circa 130 utenti all’anno per il Comune di Caslano e si occupa di tutte le problematiche delle persone che si rivolgono all’ufficio sociale, cercando una soluzione con loro».

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