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Violenza giovanile, esteso il Progetto Foce a Lugano

Mai allertata la polizia: visto il buon riscontro dell’iniziativa peer to peer durante l’estate, il Municipio ha deciso di estenderla e (forse) riproporla

Un’estate senza grossi problemi. Nel riquadro, la casetta del Progetto Foce
(Ti-Press)
14 settembre 2022
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L’esperimento è ritenuto riuscito. Al punto che l’iniziativa è già stata estesa per il mese di settembre e ci sono concrete possibilità che venga riproposta l’anno prossimo e, forse e in maniera un po’ differenziata, durante l’imminente stagione fredda. Bilancio positivo dunque per il Progetto Foce, avviato dalla Città di Lugano in collaborazione con alcune associazioni lo scorso aprile con l’intento di prevenire la violenza giovanile e altre forme di disagio legate alla movida, nel luogo ormai per antonomasia di maggior ritrovo delle estati luganesi, la Foce del Cassarate appunto.

‘Mai allertata la polizia’

«Sì, è andata bene – ci conferma il capodicastero Socialità Lorenzo Quadri –, la presenza degli operatori è stata ben accolta e, man mano che la stagione proseguiva, è stata riscontrata un’affluenza sempre più importante allo stand». Gli operatori in questione sono dei giovani, sui 20-25 anni: delle figure alla pari dei frequentatori della Foce. Peer to peer, ma formati. Quattordici studenti in Lavoro sociale della Supsi, o appena diplomati, con il compito di interagire con i giovani allo scopo fare prevenzione e, nei casi più ‘caldi’, evitare che eventuali conflitti escalino. Tuttavia, questa torrida estate si è rivelata meno calda del temuto dal profilo della violenza giovanile, quantomeno alla Foce. «Non c’è stata alcuna occasione nella quale gli operatori siano dovuti intervenire per sedare una rissa, né tantomeno hanno mai dovuto allertare la polizia. In generale, non è mai stato necessario neanche l’intervento della Securitas, almeno per quanto riguarda il nostro stand».

‘Tanta prevenzione’

Le ragioni potrebbero essere tante: una prima, e ipotetica, timida inversione di rotta della tendenza che durante la pandemia e in generale negli scorsi anni ha visto sempre più casi di violenza giovanile; altri luoghi di ritrovo per le ‘teste calde’; la prevenzione peer to peer – una presenza informale, distante da quella rappresentata dall’autorità – ha colto nel segno. Quali che siano i motivi di quest’estate più calma, il progetto è considerato un successo. Non si sono quindi fortunatamente riviste scene come quelle accadute nell’agosto e nel marzo del 2021, quando rispettivamente una lite fra ventenni è sfociata in un’aggressione e un party illegale (si era ancora al tempo delle restrizioni Covid) è degenerato in due risse fra giovani prima e in un attacco a suon di bottiglie contro la polizia poi. Ma se non c’è mai stata la necessità di allarmare le forze dell’ordine, che cosa hanno dunque fatto questi operatori? «Tanta prevenzione».

‘Acqua, frutta, posacenere, preservativi’

«Questo era anche l’intento iniziale del progetto: non imporre una presenza poliziesca, ma piuttosto di dialogo e prevenzione garantendo comunque un presidio. Già la loro sola presenza si è dimostrata un deterrente importante» conclude Quadri. Tra i punti di forza del progetto, la flessibilità: sono cambiati gli orari (passando da una presenza fra le 20 e le 24 a una fra le 20.30 e le 24.40, per coprire meglio il grosso dell’affluenza), quello che inizialmente era un gazebo è diventato col tempo una casetta vera e propria, molto riconoscibile. «Al punto che è diventata un punto di riferimento anche per un certo numero di adulti – sottolinea il municipale –: passano a chiedere informazioni o raccogliere materiale per i figli». Oltre alla documentazione del Servizio di prossimità della Città, allo stand è infatti possibile informarsi su un gran numero di tematiche inerenti ai giovani, dato che nel progetto sono coinvolti anche Radix, Incurf (Insieme contro l’uso ricreativo di farmaci) e danno.ch. E poi, tanto altro: «Alla casetta è stata distribuita acqua e frutta, visto il gran caldo di quest’estate, ma anche portacenere, preservativi».

In inverno? ‘Forse itinerante’

Il Progetto Foce si è rivelato dunque un buon test, al punto che è già stato esteso per tutto il mese di settembre fino alla Festa d’Autunno. E poi? «È previsto un incontro con il gruppo interdivisionale (che coinvolge, oltre alla Divisione socialità, il Dicastero eventi e congressi e la Polizia comunale, ndr) per fare il punto e capire in futuro cosa fare. Prepareranno un rapporto che verso fine mese dovrebbe arrivare in Municipio. Penso però che ci siano tutti gli elementi per riproporlo l’anno prossimo». E per la stagione fredda? «Già nelle ultime settimane l’affluenza dei giovani si è ridotta. Per ottobre si potrebbe pensare a una presenza due sabati al mese. Per i mesi invernali-primaverili potrebbe essere interessante rendere il progetto più itinerante. Sono aspetti che valuteremo».

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