Luganese

Lugano, il biotopo al Maglio verrà ripristinato

L’eliminazione della zona umida, il taglio di alberi erano previsti nel progetto di centro sportivo. Verranno compensati dal nuovo parco verde

A inizio dello scorso mese di marzo sono cominciati i lavori al Maglio
(Ti-Press)
13 maggio 2022
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La piccola zona umida presente sul Piano della Stampa è stata spazzata via per fare spazio al futuro centro sportivo al Maglio. In merito all’intervento delle ruspe, ha chiesto spiegazioni l’interrogazione presentata dai Verdi di Lugano (prima firmataria Marisa Mengotti). Dalla risposta del Municipio di Lugano si evince che il biotopo "risultava in conflitto con le opere previste dal progetto". Ecco perché, continua l’esecutivo cittadino, "ne è stata prevista la sostituzione mediante un nuovo stagno, poco distante e di dimensioni maggiori, all’interno del nuovo parco verde che verrà realizzato. In tal senso viene garantita una compensazione sia qualitativa che quantitativa del biotopo perso, concordata con gli enti cantonali preposti". Non solo. La sostituzione della "piccola zona umida" era chiaramente precisata nella documentazione della domanda di costruzione.

Pure un sopralluogo con il Cantone

Nell’ambito dei lavori, spiega il Municipio, "è previsto un importante intervento di bonifica dei terreni dalle specie neofite invasive e si procederà pure al risanamento dei suoli inquinati e allo smaltimento parziale delle vecchie deponie presenti, riducendo di conseguenza il carico ambientale del comparto". È inoltre programmata la rinaturazione di un corso d’acqua attualmente incanalato lungo il margine sud del perimetro di progetto. "Lo scorso 25 marzo si è svolto un sopralluogo con la presenza del responsabile dell’ufficio cantonale preposto e il suo consulente in materia di anfibi ed è stato constatato come non vi fossero ovature di anfibi vive che avrebbero potuto essere trasportate in un’altra zona", precisa il Municipio di Lugano, che respinge pure le critiche relative alla perturbazione dell’habitat originato dall’abbattimento degli alberi. Il prosciugamento dello stagno, continua l’esecutivo, "è stato generato da una serie di concause, tra le quali spicca il prolungato periodo di siccità".

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