Luganese

Lugano: ingannarono un ricco anziano, fiduciari condannati

L’uomo (ora deceduto) aveva confidato loro di aver frodato il fisco, consegnò 3 milioni in cambio di una rendita mensile. Pene di 24 e 18 mesi sospesi

Alla sbarra un 72enne e una 70enne del Luganese
(Archivio Ti-Press)
25 novembre 2021
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«Ora ho solo voglia di fare il pensionato, e magari scriverò un libro sulla mia vita». Si è difeso così un 72enne comparso quest’oggi davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano. L’uomo, agendo in qualità di pseudo-fiduciario (di fatto sprovvisto della patente) in correità con una complice, aveva convinto un 90enne (nel frattempo deceduto) a versare i suoi averi non dichiarati nelle casse di una loro società. La cifra in gioco è di quelle importanti: 3 milioni di franchi. I reati ipotizzati riguardavano truffa, subordinatamente usura e amministrazione infedele aggravata, falsità in documenti, nonché appropriazione indebita d’imposta alla fonte. Il caso era approdato in aula già lo scorso mese, arrivando a un esito inusuale: un rinvio di 30 giorni per permettere alle parti di concludere una sorta di “patteggiamento” discusso a porte chiuse. La ragione è che accusa e difesa hanno parlato degli averi dei due imputati e dell’importante capitolo risarcitorio a favore della vittima, che ha subìto un danno patrimoniale non inferiore a 1 milione di franchi secondo il procuratore pubblico Daniele Galliano. Il resto della somma era già stato recuperato. Un accordo poi trovato: con la proposta di condanna a un importante risarcimento e a una pena di 24 mesi per l’uomo e a 18 mesi per la donna, entrambe sospese con la condizionale. L’accusa di truffa è invece caduta. Provvedimento poi confermato in parte dal giudice Marco Villa, che alla 70enne difesa dall’avvocato Luca Marcellini ha inflitto solo 15 mesi, «per via del suo sincero pentimento. Mi auguro che in futuro voi due non capiterete più in altri inciampi» – ha auspicato il presidente della Corte.

‘Fingevano false solidità finanziarie’

I fatti risalgono al periodo tra il marzo 2013 e il novembre 2014. A denunciare i due pseudo-fiduciari era stata la figliastra della vittima. I due avevano sconsigliato alla vittima, anche minacciandola e terrorizzandola, di mettersi in regola col fisco. Così l’anziano ha accettato d’immettere nella società gestita dai due cittadini svizzeri residenti nel Luganese l’ingente somma come prestito e accettando di ricevere in cambio un importo mensile a titolo di stipendio fittizio. Il 72enne, difeso dall’avvocato Marco Bertoli, si era più volte mostrato sicuro della solidità finanziaria della sua società, situazione che non corrispondeva però alla realtà dei fatti, visto che aveva accumulato attestati di carenza beni per quasi 2 milioni di franchi. Situazione che gli aveva fatto anche perdere il titolo di fiduciario che però continuava ad ostentare.

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