Luganese

Carona: 2’465 no alla privatizzazione della piscina

Consegnata in cancelleria a Lugano la petizione che chiede al Municipio di abbandonare il progetto da 7 milioni e ‘rilanciare la struttura per la collettività’

La consegna delle firme
(TI-PRESS)
6 ottobre 2021
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No a un villaggio turistico a 5 stelle ‘Glamping’ rivolto principalmente al turismo d’Oltralpe. Sono ben 2’465 le firme raccolte in poche settimane e consegnate oggi in tarda mattinata a Palazzo civico, alla cancelleria di Lugano, dagli autori della ‘Petizione contro la privatizzazione della piscina di Carona’.

L’oggetto della discordia

Il tema della discordia riguarda il progetto per il quale la Città, “come unica alternativa alla chiusura della piscina“ - sostengono i petenti - intende investire 7 milioni di franchi, 6 dei quali a carico della cittadinanza. Questo uno degli argomenti posti in rilievo dai firmatari. Ma non solo: “Il partner privato - il Touring Club Svizzero - parteciperà con un solo milione all’investimento in cambio del diritto esclusivo di superficie (in pratica la proprietà) per i prossimi 40 anni”. Dal canto suo, la municipale Cristina Zanini, lo scorso agosto aveva tuttavia sottolineato che la proprietà rimarrà in mano alla Città, evidenziando che la struttura balneare “resterà aperta a tutti”. Per gli autori della petizione, c’è anche un tema legato al territorio che spinge a dire no al ‘Glamping’: “Il progetto prevede la costruzione di circa 35 bungalow che verranno inseriti nella zona più pregiata del comparto che, di fatto, non sarà più disponibile per gli utenti della piscina. La piscina, così come conosciuta finora, smetterà quindi di esistere”. La petizione chiede in conclusione di abbandonare il progetto e di rilanciare la grande struttura pubblica a favore della collettività. Non solo: “XCarona, promotrice della petizione, auspica che finalmente il Consiglio comunale approfondisca le numerose criticità di questo controverso progetto e sappia dare risposte più esaustive ai cittadini di Lugano in merito a: sostenibilità dell’investimento, opportunità del partenariato pubblico-privato, modifica del Piano regolatore e della destinazione d’uso, impatto ambientale, privazione di un servizio ai cittadini ecc...”. “La piscina di Carona è un prezioso servizio che non deve essere ceduto a privati bensì valorizzato e rilanciato a favore della collettività. L’unicità del luogo, le sue peculiarità e le sue potenzialità devono essere messe a disposizione dei cittadini e a favore del pubblico interesse”.

Tra i contrari diverse personalità

Tra i sostenitori della petizione, i promotori contano soddisfatti su alcune personalità di spicco: Sergio Rossi, professore di economia all’Università di Friborgo; Graziano Pestoni dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico e Benedetto Antonini, per la Società ticinese per l’arte e la natura. Insomma, il tema sembra valer bene un dibattito che non mancherà di occupare l’agenda politica dei prossimi mesi.

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