Luganese

Processo per cocaina a Lugano: si è ravveduto, pena sospesa

Un cittadino nigeriano in tre anni trafficò 400 grammi di cocaina a Lugano 'ma oggi è cambiato'.

Un 'giro' di droga durato tre anni
(TI-PRESS)
21 aprile 2021
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Un traffico di cocaina di 400 grammi durato tre anni, a Lugano. Questo il reato - ammesso in parte dall'autore, un cittadino nigeriano di 45 anni - costatogli stamane davanti alla Corte delle Assise correzionali di Lugano una condanna di 20 mesi di detenzione sospesi con la condizionale per due anni di prova. L'imputato si è detto pentito. Il 'giro' di droga si è protratto dal 2016 al 2019. 

«La cocaina trafficata non è di poco conto, interrotta solo con l'arresto e venduta per fini egoistici e per soldi» - ha motivato la sentenza la giudice Francesca Verda Chiocchetti - ma vista l'incensuratezza dell'imputato la pena è stata posta al beneficio della sospensione condizionale». La Corte ha rinunciato inoltre all'espulsione dalla Svizzera, perché né dopo la scarcerazione né prima dei fatti non ha più delinquito. 

La pp. Margherita Lanzillo ha richiesto una pena di 20 mesi di detenzione sospesi per due anni. «Si è allontanato dalla droga e si è reinserito professionalmente, trovando un nuovo lavoro in una ditta attiva nel campo dell'edilizia». La vicenda è un addentellato di un'inchiesta che aveva visto la condanna di un altro cittadino nigeriano per un traffico di due chili di cociana. La difesa, rappresentata dall'avvocato Yasar Ravi, si è allineata alla proposta della pubblica accusa. 

Aveva la cocaina in casa 

In casa gli inquirenti trovarono all'imputato una trentina di grammi di cocaina e alcune migliaia di franchi, riconducibili a proventi illeciti. Insomma, la prova del nove. Quindi l'arresto, il 9 luglio 2019. «Ma sin da subito - ha evidenziato il suo difensore di fiducia - ha ammesso e collaborato nell'inchiesta. Oggi è cambiato». «Mi sono voluto allontanare da una compagnia sbagliata, per questo ho scelto di andare ad abitare oltre Gottardo» - ha dichiarato l'imputato, il quale ha più volte chiesto perdono alla giudice, Francesca Verda Chiocchetti, dichiarando di voler continuare a svolgere un lavoro onesto. 

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