Luganese

Il curling regionale al Maglio di Lugano non si farà

Il Municipio, considerato l’aumento dei costi d’investimento preventivati, ha abbandonato la prima ipotesi garantendo tuttavia un sostegno finanziario per la seconda 'privata'.

Progetto congelato (Ti-Press)
2 novembre 2020
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Nessun centro del curling nel futuro parco Al Maglio ma un nuovo centro del ghiaccio, con annessa pista di curling, con location da confermare. Il Municipio di Lugano, considerato l’aumento dei costi d’investimento preventivati, ha dunque abbandonato la prima ipotesi garantendo tuttavia un sostegno finanziario per la seconda. È quanto comunicato oggi dall'esecutivo luganese. 

Come noto, con l’approvazione del messaggio relativo al Polo Sportivo e degli Eventi e ai suoi contenuti accessori, il Consiglio comunale ha stanziato lo scorso giugno un credito di 3,3 milioni di franchi a favore della progettazione del comparto sportivo Al Maglio. Il centro sportivo prevede la realizzazione di tre nuovi campi di calcio e delle relative strutture ricettive, indispensabili a garantire la continuità delle attività dei settori giovanili delle società locali che verranno dismesse a Cornaredo. 

Nel complesso era inoltre prevista la realizzazione di un centro regionale del curling, per un investimento preventivato di 4,5 milioni di franchi da suddividere a metà fra la Città e la Federazione Curling Ticino, così come i 230'000 franchi di oneri di progettazione. "Tuttavia, dagli approfondimenti scaturiti nella fase di sviluppo – si legge nella nota – è emerso che l’investimento necessario per il centro del curling sarebbe di fatto ammontato a quasi 6 milioni, una cifra ritenuta non sostenibile dalla Città e dalla stessa Federazione".  

Si guarda perciò alla seconda opzione: "Discussioni concrete e avanzate con questa prospettiva sono già state avviate con alcuni privati interessati a creare un centro regionale dedicato agli sport del ghiaccio, la cui mancanza è particolarmente sentita nel Sottoceneri" si evidenzia ancora nel comunicato stampa. Dal profilo dello sviluppo del progetto del Maglio, la rinuncia all’inserimento del centro curling permette un risparmio complessivo di circa 5,7 milioni di franchi, "con la conseguente diminuzione anche degli oneri di gestione a carico della Città per il mancato utilizzo di specifiche macchine per la generazione del freddo, oltre ai costi per garantire la sicurezza dell’impianto stesso". 

Quale dunque la reazione della Federazione ticinese di curling? C'è rammarico? «Un problema si era già avvertito all'inizio quando ci era stata chiesta una partecipazione ai costi, quando non è mai successo con nessuna altra società... – è il commento del segretario Fabrizio Albonico –. Siamo un'associazione di amatori e le nostre finanze sono limitate. Abbiamo avuto diversi incontri con l'autorità. Alla fine torniamo allo statu quo, con la promessa però dell'esecutivo di Lugano di aiutarci nella ricerca e nel sostegno di una soluzione definitiva. Poter mettere in sinergia altre attività sportive che si dedicano agli sport invernali per noi ha molto più senso, pensiamo solo ai macchinari per la produzione del freddo, suddivisa su più piste e utilizzi».

Una seconda strada ormai segnata? «Dar per certo qualcosa al giorno d'oggi è quantomeno pericoloso – evidenzia Albonico, forte di circa 160 giocatori attivi suddivisi in cinque club (Chiasso, Lugano, due ad Ascona e Faido) –, un privato ha comunque dei margini di manovra che sono più ampi rispetto all'ente pubblico. Pensiamo a certe richieste che impattano sui costi e sui tempi. Certo è che oggi, peraltro con il coronavirus, siamo limitati negli accessi e negli allenamenti, fattori che pesano sull'evoluzione del curling. Il nostro calcolo è che l'interesse da parte delle famiglie e dei ragazzi è molto più alto delle possibilità attuali, precludendoci un movimento giovanile e la possibilità di formare atleti che potrebbero con facilità accedere ai Campionati svizzeri o alle Olimpiadi. Un nuovo centro diversamente ci potrebbe dare maggiori chance». 

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