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Imputato col 'bigino', processo sospeso a Lugano

Il 44enne accusato di truffa per aver malversato soldi per un centro polisportivo è stato sorpreso con dei riassunti dell'atto d'accusa e tesi difensive

La presidente della Corte Francesca Verda Chiocchetti (Foto Ti-Press)
1 ottobre 2020
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«Vorrei un imputato che risponda senza delle tracce sulla propria difesa». Solitamente pacata, la giudice Francesca Verda Chiocchetti ha sospeso piuttosto spazientita il procedimento in corso alle Assise criminali di Lugano a carico del 44enne accusato di aver malversato circa 380'000 franchi destinati per un centro polisportivo alle porte di Lugano, utilizzandoli secondo la pubblica accusa per scopi personali. Il motivo? L'uomo è stato beccato con un 'bigino'.

'Sta rispondendo esattamente allo stesso modo di quel che c'è scritto'

Mentre rispondeva alle domande della Corte sui fatti contestati, la presidente si è accorta che l'imputato guardava verso il basso prima di rispondere. Leggeva. «Che cosa?», «sono dei riassunti di ciascun capo d'accusa, con delle indicazioni della difesa» è intervenuto l'avvocato Fulvio Pezzati. La giudice si è fatta consegnare i fogli e per evitare di verbalizzare ogni singola pagina relativa ai capi ha optato per una fotocopia. «L'imputato mi sta rispondendo esattamente allo stesso modo di quel che c'è qui scritto – ha sottolineato Verda Chiocchetti –, io invece vorrei delle risposte senza delle tracce sulla propria difesa».

La giudice: 'C'è il sacrosanto principio dell'immediatezza'

E con questo fulmine a ciel sereno il procedimento si è interrotto, per riprendere poco fa: «Va da sé che questi documenti non li può tenere, e ci mancherebbe altro: c'è il principio sacrosanto dell'immediatezza, che presuppone che l'imputato risponda sulla base di quanto da lui ricordato e non facendo riferimento ad annotazioni scritte dal legale». Avvocato che tuttavia si è opposto che il 'bigino' venga messo agli atti.

L'imputato? 'Erano spese di gestione'

Precedentemente all'interruzione l'imputato era riuscito a giustificare le sue spese, che come detto secondo l'accusa sarebbero state per scopi personali, con ragioni tutte legate a spostamenti o attività necessarie per il centro polisportivo in progettazione. «Spese di gestione» ha detto, relative all'intenso periodo di presentazione dello studio di fattibilità al Consiglio di Stato per il maxi centro polisportivo mai realizzato.

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