Gli accertamenti biologici degli specialisti del Ris confermano l'ipotesi che portò all'arresto di Pasquale Buonvicino in un bed & breakfast

Si chiude il cerchio sulle indagini che il 7 settembre scorso portarono all'arresto in un bed & breakfast di Caslano di Pasquale Buonvicino, 52enne di Mesoraca, uno dei tre uomini finiti in carcere in quanto accusati del duplice omicidio di Rosario e Salvatore e Rosario, padre e figlio, allevatori di 68 e 35 anni, scomparsi il 21 aprile giorno di Pasqua dello scorso anno dalla loro azienda di Petilia Policastro, Comune del crotonese. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno reso noto che sono terminati gli accertamenti biologici effettuati dagli specialisti del Ris (Reparto investigativo scientifico) di Messina, sui due cadaveri che il 4 settembre scorso erano stati ritrovati in fondo a un burrone a Mesoraca in località Vardano.
I due corpi che erano in avanzato stato di decomposizione sono quelli degli allevatori scomparsi, vittime della ''lupara bianca''. Gli esami di laboratorio hanno quindi confermato l'ipotesi che a suo tempo era stata avanzata dai carabinieri del Reparto investigatovi di Crotone. I primi a essere arrestati sono stati Salvatore Emanuel Buonvicino, 22enne e Pietro Lavigna, 51enne (quest'ultimo accusato del solo reato di occultamento di cadavere nel frattempo è stato scarcerato). Il movente della duplice esecuzione è da ricercare in uno sconfinamento di bestiame. Gli animali dei due allevatori uccisi avrebbero invaso la proprietà di Pasquale e Salvatore Emanuel Buonvicino, padre e figlio, che avevano prima recapitato all'azienda delle vittime un macabro messaggio, una croce in un secchio, poi - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - l'ennesima lite sarebbe degenerata, per concludersi con il duplice omicidio.
Nel luglio scorso il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Crotone aveva emesso un mandato di arresto ai fini dell'estradizione nella consapevolezza che Pasquale Buonvicino si era rifugiato all'estero. L'attenzione si era appuntata sul Canton Ticino, dove vive la compagna e l'uomo aveva soggiornato a più riprese, lavorando ''in nero'' nel settore edile. Intuizione azzeccata. Il ricercato era stato rintracciato e arrestato dalla Polizia cantonale, in stretta collaborazione con i carabinieri del Nucleo investigatori di Crotone.