lugano

Elezioni 2021: Bertini ci pensa, Jelmini rimane per un anno

L'annullamento del voto comporta a Lugano riflessioni serie fra chi aveva deciso di fare il 'passo indietro'.

19 marzo 2020
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L'annullamento delle elezioni, deciso ieri dal Consiglio di Stato, e il rinvio ad aprile 2021, comporta qualche riflessione fra chi aveva deciso per il 'passo indietro'. Fra questi il vicesindaco uscente di Lugano Michele Bertini. Cosa farà ora? A chiederglielo ieri a caldo Tio. Lascerà la carica ad aprile, come aveva deciso di fare, oppure continuerà per un anno con la politica, dividendosi tra Palazzo Civico e il suo nuovo impegno professionale come agente generale della Mobiliare: «Mi prenderò il tempo per rifletterci» dice Bertini. Che però tiene anche a sottolineare come «la mia scelta professionale non sarebbe comunque stata incompatibile con la carica di municipale. L'ho sempre detto, incompatibilità non c'è. Semmai la mia decisione di non ricandidarmi era figlia del clima all'interno del partito e della sezione di Lugano».

Continuare o smettere, ma quest'ultima opzione implicherebbe, evidenzia il portale, l'entrata in carica di Fabio Schnellmann che pure era candidato, nonché funzionario della Città. E quindi anche quest'ultimo, a sua volta, si troverebbe davanti al dubbio se lasciare il lavoro attuale senza garanzia di rielezione tra un anno. Insomma, problemi che forse il Covid-19 relativizza, ma comunque scelte di vita importanti.

Al di là delle questioni luganesi, e commentando l'annullamento in sé il vicesindaco dice: «La scelta di votare e poi posticipare l'entrata in carica mi pareva intelligente. Onestamente l'argomento del vuoto di conduzione in questo momento di crisi mi pareva debole, poiché qualsiasi Municipio può contare su validi funzionari. Condivido invece che oggi manca la serenità per votare. Ho avuto numerosi feedback da cittadini irritati da quei candidati che hanno continuato a far campagna come se non stesse succedendo niente».

Può già essere sciolto, invece, sempre secondo Tio, l'altro nodo concernente il secondo municipale di Lugano che aveva deciso di non ripresentarsi. Angelo Jelmini, fresco 65enne, scioglie già ora le riserve: «La valutazione di non ricandidarmi era riferita al fatto di restare in carica per un intero quadriennio. Perché d'altra parte mi sarebbe piaciuto avere a disposizione ancora un paio di anni per seguire i dossier aperti, da quello sul Lungolago al Piano direttore cantonale. Un anno in più non è dunque un problema per me». Quanto alla scelta del Consiglio di Stato, «in Municipio avevo sostenuto l'opzione di svolgere le elezioni, ma chiedendo agli Esecutivi attuali di restare in carica sino al termine dell'emergenza. Pur con la consapevolezza che l'appuntamento elettorale sarebbe stato in parte falsate dalla situazione odierna». Angelo Jelmini dunque resta municipale dopo aprile: «Anche se avevo già liberato molto l'agenda». E conclude con una battuta: «Già ora posso però confermare che per il successivo triennio non mi ricandiderò».

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