Luganese

Portineria di quartiere, si può

L’associazione Generazioni & Sinergie sonda il terreno e immagina il primo progetto entro un anno

17 febbraio 2020
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Cercansi luoghi – ad esempio presso bar, cooperative sociali o chioschi – in cui poter risolvere piccoli problemi quotidiani: dal ritiro dei pacchi alla custodia di chiavi o posta, dalle commissioni a domicilio a lavoretti domestici, dalle consulenze giuridiche ad attività di doposcuola. Insomma, punti di riferimento e di incontro, di solidarietà, luoghi in cui non esistano barriere fra generazioni ma che anzi promuovano uno scambio umano. Luoghi dove vengano messi in gioco cuore, competenze e risorse dentro realtà o commerci già esistenti o luoghi dove possano nascere nuove iniziative imprenditoriali. Si chiamano Portinerie di quartiere e in diverse località in Europa, tra cui la Lombardia, sono una realtà consolidata: rappresentano luoghi d’innovazione sociale, basati sui principi dell’economia della condivisione, dove le relazioni possono andar ben oltre al dialogo e trasformarsi in veri e propri servizi di aiuto reciproco. E in Ticino? Per ora non esistono, ma potrebbero presto trovare terreno fertile. A credere intensamente a questa possibile evoluzione è l’associazione Generazioni & Sinergie, sodalizio senza scopo di lucro sorto nel 2011 che riunisce una cinquantina di soci. Da anni s’impegna per “l’abitare bene a tutte le età e per il mantenimento di buone e utili relazioni fra le generazioni, ed è fondata sui valori di apertura, responsabilità sociale e trasversalità”. E tra le ultime sfide del sodalizio c’è quella di “aiutare a far nascere una Portineria di quartiere in un rione o comune e, laddove le infrastrutture, le condizioni di motivazione e di partecipazione sono date, di dar vita anche a una propria esperienza operativa di Portineria”. Presidente dell’associazione è l’ingegner Roberto Fridel. L’associazione a gennaio ha promosso due atelier in Ticino, intitolati “Costruiamo la nostra Portineria di quartiere”, che hanno visto una buona affluenza di persone interessate all’iniziativa.

Dalla spesa a luoghi di solidarietà

Nel concreto, come si sviluppano le Portinerie di quartiere? «Il nome – spiega Roberto Fridel – riassume un’idea, quella cioè di avere un luogo di fiducia sotto casa per rispondere a bisogni anche abbastanza semplici. Poi, nel tempo, queste Portinerie presenti in diverse località, si sono allargate estendendosi a servizi di accoglienza e sociali entrati di diritto a far parte di una stessa iniziativa». Tutto gratuitamente? «Sì, di regola funzionano senza scopo di lucro, perché chi le promuove lo fa per una propria sensibilità sociale e per rappresentare anche un punto di riferimento e di fiducia per il quartiere. Sono servizi che in ogni caso non si sostituiscono all’economia privata e possono integrare anche azioni di volontariato». Le Portinerie di quartiere sono pronte a sorgere anche in Ticino? «In questo momento il nostro obiettivo è proprio quello di identificare delle opportunità sul territorio: la nostra associazione intende mettersi in gioco in prima persona, oltre che per aiutare, anche per realizzare una propria Portineria di quartiere, assumendo il ruolo di coordinatore e al contempo di responsabilità. Stiamo ora verificando se ci sono le condizioni e a tal proposito siamo in contatto con enti comunali, associazioni e volontari. A marzo organizzeremo inoltre la visita di una Portineria di quartiere a Milano per permettere di vedere da vicino come funzionano concretamente». A quando, dunque, la prima Portineria sul suolo ticinese? «Il nostro augurio è che la prima esperienza possa realizzarsi entro i prossimi 12 mesi».

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