Luganese

Gandria porta i suoi doni a Lugano

Una delegazione di commercianti e residenti consegna una petizione al Municipio e chiede una moratoria sull'ordinanza che regola l'accesso al nucleo.

Alla consegna della petizione
12 dicembre 2019
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Stamattina sono state consegnate al Municipio di Lugano le firme di tutti i commercianti di Gandria e del 62% della popolazione del quartiere residente nel nucleo (83 su 131) per chiedere moratoria sulla nuova normativa in pubblicazione che penalizza le attività in funzione di una soluzione dialogata ed efficiente. Hanno sottoscritto la petizione anche numerosi proprietari di residenze secondarie e impiegati di imprese gandriesi, fanno sapere i promotori che vorrebbero instaurare dialogo e collaborazione con il Dicastero servizi urbani, individuando e sormontando eventuali ostacoli. Si chiede inoltre una valutazione con il Municipio sulle possibilità di avviare uno sStudio di fattibilità affidato a un pool di specialisti competenti, delle varie discipline interessate e la partecipazione alla riflessione di cittadini di Gandria competenti.

La delegazione giunta stamane a Palazzo Civico ha donato all'esecutivo una barca ad arcioni di carta, per significare spirito propositivo e collaborativo all'insegna del "Remiamo assieme"; una tazzina tradizionale ticinese, rivisitata per la bottega di Gandria, per la convivialità e una calamita, oggetto tra altri che riproducono il fronte lago del villaggio dell'800 in sottile lama di bronzo, studiati dal designer gandriese Giulio Parini per la Bottega di Gandria, per sottolineare l'incontro di tradizione e creatività.

I firmatari temono che l'ordinanza possa trasmettere un messaggio di ulteriore chiusura. Ritengono invece importante trasmettere segnali forti di accoglienza, facilitazione all'accesso e di apertura. Contrariamente a quanto affermato da alcuni media, dall'ordinanza sono assenti misure sostenibili e coordinate (ad esempio con la Navigazione). La zona 30 esiste già da diversi anni, sottolineano i promotori della petizione che paventano una conseguenze negative dell'ordinanza per i residenti e per il turismo.

Insomma, sarebbe un peccato fare un passo che rischia di vanificare lo sforzo collettivo, di commercianti, operatori, associazioni ed enti pubblici cittadini e regionali e far precipitare l'economia locale. Le nuove regole, secondo i promotori della petizione, non migliorano la realtà dei residenti, perché fin d'ora utilizzano la parte esterna all'attuale barriera e trovano comunque posto sul raccordo tra la cantonale e il villaggio, a parte rarissime eccezioni. Turisti, operatori e ospiti sono inoltre fortemente penalizzati anche per disagi, disfunzioni e pericoli del parcheggio posto lungo la strada cantonale.

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