Luganese

Manager Kering e residenze fittizie, no a Commissione d'inchiesta

Oltre due terzi del Gran Consiglio boccia la proposta parlamentare formulata da Pronzini. Solo la Sinistra favorevole

Ti Press
9 dicembre 2019
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Non ci sarà nessuna Commissione parlamentare d’inchiesta sulla tematica “Residenze fittizie in Ticino per i manager del gruppo Kering”. La proposta, formulata lo scorso marzo da Matteo Pronzini (Mps), è stata silurata oggi dal Gran Consiglio (più di due terzi dei parlamentari ha detto no). La vigilia del voto, del resto, non lasciava nessuna speranza all’atto parlamentare.

La Commissione della gestione e finanze ha firmato due rapporti. Quello di maggioranza ha chiesto e ottenuto di respingere la richiesta per mancanza di presupposti. La minoranza ha visto solo la sinistra battersi per la causa, con Ivo Durisch (relatore) che chiedeva che sulle residenze fittizie in Ticino in tema di manager si facesse luce (“Il punto qui tuttavia non è il trattamento agevolato delle aziende, bensì delle persone fisiche grazie alle quali queste aziende operano le loro scelte strategiche e si muovono nel mondo”).

All’origine della proposta di Pronzini, le inchieste giornalistiche che hanno puntato il dito sui manager di Kering e le loro presunte residenze fittizie in Ticino, non conformi dunque alle regole fiscali (dal profilo penale, tuttavia, vi è stato un decreto di non luogo a procedere). Oggi in Gran Consiglio solo la Sinistra si è battuta (ma invano) per istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta.

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