Luganese

Campione, l'imposta sul consumo è un abbaglio

Gli introiti dell'imposta, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio, si basano su dati del 2017: quando il casinò era operativo

archivio Ti-Press
8 novembre 2019
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L’imposta locale sul consumo a favore del comune di Campione d’Italia, prevista nel disegno di legge di bilancio 2020, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1° gennaio? Un grosso abbaglio, soprattutto laddove i tecnici del Mef (Ministero economie e finanze) nella relazione illustrativa dettagliano i contenuti delle norme sull’enclave. Una relazione che quantifica gli effetti finanziari derivanti dall’imposta locale, la cui storia parte da lontano e che strada facendo ha portato all’inclusione nello spazio doganale europeo di Campione e delle acque italiane del lago di Lugano e che rischia di diventare la pietra tombale del comune. A tal proposito, la possibilità di ottenere una proroga di due anni è appesa a un filo che più sottile non potrebbe essere. Solo un intervento diretto del capo del governo Giuseppe Conte in sede di Consiglio dei ministri europei potrebbe evitare il patatrac a lungo denunciato.

Tornando all’imposta locale di consumo a favore di Campione, essa è letta come una forma di tutela dell’enclave. Una lettura che in linea di principio può essere effettivamente giusta. L’Iva che viene istituita infatti è lontana dal 22% in vigore in Italia, in quanto si allinea all’Iva svizzera: il 7,7%. L’abbaglio sta nel fatto che i tecnici del Mef con l’imposta locale quantificano un maggior gettito annuo di 5 milioni di euro per i prossimi sette anni. Una previsione che si basa però sui dati del 2017, quando ancora erano aperti il Casinò e diverse attività commerciali che a seguito della chiusura della casa da gioco hanno una dopo l’altra abbassato la saracinesca. Stime ancorate all’attuale realtà dicono invece che nella migliore delle ipotesi con la nuova tassa, senza precedenti a Campione,  il maggior reddito per il Comune potrà essere attorno a qualche centinaia di migliaia di euro. C’è anche da considerare che le nuove misure fiscali inserite nella Finanziaria  2020 per aiutare l’enclave sembrano un ripiego, anche perché non risolvono (e non potrebbe essere diversamente) i molti problemi pratici che si apriranno per i campionesi se non si riuscirà a evitare l’inclusione del comune nello spazio doganale europeo. C’è di più: le agevolazioni fiscali (imposte dirette in primis, abbattute del 50%) alle attività potrebbero avere un senso solo se riuscirà a riaprire il Casinò. Senza la casa da gioco in attività per l’enclave non c’è futuro.

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