Luganese

Aeroporto di Lugano, sarà referendum

Lo annunciano i Verdi contro il credito votato dal Gran Consiglio. L'Mps presto attiverà il comitato. La Città ‘riduce’ il messaggio

archivio Ti-Press
5 novembre 2019
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È confermato il referendum cantonale contro il credito votato ieri, lunedì, dal Gran Consiglio a favore dell’aeroporto (cfr ‘laRegione’ di ieri). Il sostegno alla raccolta di firme è giunto dai Verdi del Ticino, mentre in questi giorni verrà attivato il comitato referendario costituito il 27 settembre dall’Mps. Anche i socialisti dovrebbero sostenerlo. Intanto a Berna, l’Ufficio federale dell’aviazione civile, secondo nostre informazioni, dovrebbe divulgare a fine novembre le conclusioni sulla contestata rinuncia della concessione federale della linea Lugano-Zurigo da parte di Swiss. E Lugano – il Municipio – ieri sera ha presentato alla Commissione della gestione il complemento al messaggio che sarà sottoposto al Consiglio comunale lunedì 25 novembre.
Un messaggio che dopo il grounding di Adria Airlines e la rinuncia di Swiss, è stato ridimensionato parecchio. Nel frattempo, sono pure entrati in scena facoltosi privati disposti a contribuire alla gestione dell’aeroporto. E l’apertura ai privati per le attività di aviazione generale è stata ritenuta prioritaria. Inoltre, l’esecutivo, un paio di settimane fa, per evitare il lancio di un referendum (anche) a livello comunale, aveva convocato i capigruppo nel legislativo che hanno presentato al Municipio alcuni punti di convergenza individuati fra Plr, Ppd, Ps e Verdi, scaturiti nella proposta di credito-ponte limitato a fine giugno 2020 con la successiva messa in liquidazione di Lasa, accompagnata da un piano sociale a favore dei dipendenti. 

Una proposta che il Municipio e il Cda di Lasa hanno respinto perché ritenuta penalizzante. Però, la Città ha eliminato dalla richiesta di credito le somme previste per l’acquisizione dei sedimi dei privati, gli investimenti per garantire l’operatività dello scalo a medio termine e quelli per il rilancio. E al Consiglio comunale verranno chiesti ‘solo’ 780’000 franchi per coprire le previste perdite d’esercizio di Lasa nel 2020. È quindi un messaggio al ribasso rispetto all’originale (che prevedeva i 780’000 franchi fino al 2024) ma anche rispetto a quello votato dal Gran Consiglio lunedì sera, quando a copertura delle cifre rosse di Lasa ci si è spinti fino al 2022. Come verrà recepito dai gruppi in Consiglio comunale?

A titolo personale, la capogruppo Plr Karin Valenzano Rossi lo considera «più potabile del messaggio originario, nel senso che va nella direzione di passaggio ai privati per l’aviazione generale e l’accompagnamento dei dipendenti e visto che il legislativo si trova con la ‘pistola puntata alla tempia”. Purtroppo considerata l’insistenza del Municipio, non abbiamo grandi margini per proporre una soluzione che scongiuri il referendum. In un certo senso il Municipio sta scaricando sul legislativo la responsabilità di una soluzione non gestita per tempo». Il gruppo si riunirà stasera. Intanto, prosegue Valenzano «di positivo c’è che il messaggio aggiuntivo è più aderente alla realtà, l’esecutivo annuncia un cambio di strategia e dai sogni e i buoni auspici passa ai fatti oggettivi. Chiede ora di risanare la società giusto per arrivare al passaggio di gestione dell’aviazione generale ai privati, mettendo fieno in cascina in vista di una probabile dismissione di Lasa con un accompagnamento ai dipendenti. Alla fine è quello che avevamo chiesto anche se in una forma diversa, che però così non scongiura il rischio referendum. La soluzione che si delineava dopo la discussione con i capigruppo era il frutto di un compromesso costruttivo anche con socialisti e Verdi, che sono contrari a risanamento e ricapitalizzazione. Un compromesso che purtroppo non è stato raccolto dal Municipio e che se non trova sbocchi alternativi passerà la parola al popolo con il lancio del referendum. Se il Municipio avesse raccolto i suggerimenti dei punti di convergenza, si sarebbe potuto evitare questo rischio”. Michel Tricarico, capogruppo Ppd in Consiglio comunale, invece, prima di esprimersi, vuole consultarsi con il gruppo. A socialisti e Verdi, il ‘nuovo’ messaggio non va bene. I primi presenteranno sicuramente in Consiglio comunale un rapporto di minoranza della Gestione che ricalcherà nella sostanza quello presentato lunedì in Gran Consiglio. I secondi sono allineati alla posizione emersa lunedì in parlamento: vorrebbero una dismissione delle attività aeroportuali, quindi non ci sarà il sostegno alla ricapitalizzazione di Lasa né ai crediti per coprire i disavanzi della società. E Lega e Udc si schiereranno a favore del messaggio municipale come hanno fatto i loro gruppi in Gran Consiglio.

Raccolta di firme, lavori in corso

I Verdi del Ticino scendono in campo a sostegno del referendum che l’Mps aveva già deciso di lanciare. Nei prossimi giorni si capirà se alla raccolta di firme parteciperanno anche i socialisti. Dovrebbero sciogliere le riserve nel comitato cantonale previsto stasera a Bellinzona. Le ragioni dei Verdi sono quelle evocate nell’intervento di lunedì sera in Gran Consiglio dal deputato Nicola Schoenenberger (anche consigliere comunale a Lugano). A cominciare dai debiti accumulati dallo scalo in 13 anni. Ora non ci sono voli di linea, né compagnie aeree “poiché i collegamenti verso Lugano non sono gestibili in modo redditizio”, quindi “è ora di pianificare un’uscita ordinata invece di compiere altri investimenti fallimentari”. I Verdi ritengono che “i soldi pubblici si devono usare per offrire ai dipendenti la possibilità di una riconversione professionale solida piuttosto di nutrire false speranze di un ritorno, a breve, della piena attività dei voli di linea”. Non solo. “Dal 2006 il contribuente luganese ha già pagato 37 milioni di franchi, e, con il piano di rilancio previsto, ne verranno chiesti, in tutto, altri 67. Il risultato degli investimenti e dei continui e fiduciosi piani di rilancio perpetrati è stato purtroppo il definitivo abbandono di Swiss dello scalo, e una costante e profonda incertezza lavorativa dei 77 lavoratori impiegati”, scrivono i Verdi secondo cui il declino è dovuto anche “al massiccio incremento di altre forme di trasporto pubblico: il collegamento ferroviario veloce tra il Ticino e il resto della Svizzera ha fornito un’alternativa più sicura, ecologica ed economica all’aeroplano, in particolare tra Lugano e Zurigo”.

Malcantone, sindaci salutano il voto

Il comitato della Conferenza dei sindaci del Malcantone ha invece preso atto con soddisfazione del risultato del voto di lunedì del Gran Consiglio a favore dell’aeroporto. Auspica che il Consiglio comunale di Lugano, che si esprimerà il prossimo 25 novembre abbia la forza di esprimere un voto favorevole che permetta di poter salvare e far ripartire una realtà che deve guardare al futuro con coraggio e lungimiranza.

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