Luganese

Imprenditore di nuovo in aula, nega abuso su un allora 15enne

La vicenda davanti alla Corte di appello e revisione penale. Le parti si riconfermano. La sentenza entro fine novembre

Ti Press
5 novembre 2019
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In primo grado, secondo il principio in dubio pro reo, era stato prosciolto dall’accusa più grave: ripetuti atti sessuali con fanciullo, segnatamente nei confronti di un allora 15enne. Ma dopo un ricorso da parte della pubblica accusa, oggi la vicenda giudiziaria è tornata in aula davanti alla Corte di appello e revisione penale per essere riesaminata dai giudici, Giovanna Roggero-Will (presidente), Rosa Item e Chiarelli Rei-Ferrari.
Sul banco degli imputati, un imprenditore luganese 50enne condannato il 19 aprile 2018 alle Assise correzionali di Lugano a una pena pecuniaria sospesa con la condizionale ‘soltanto’ per i reati legati alla legge federale sugli stupefacenti: l’uomo aveva ammesso di aver procurato la cocaina allo stesso minorenne. I fatti, avvenuti a Lugano, risalgono al periodo compreso tra il dicembre 2010 e il febbraio 2016. L’imprenditore cinquantenne è accusato di aver indotto l’allora 15enne a un atto sessuale con una prostituta, pagando la prestazione e ospitando il minore e la donna nella sua abitazione. L’imputato, cocainomane per anni e con problemi di alcool nel frattempo risolti, ha sempre sostenuto di aver intessuto soltanto un’amicizia con il minore, per cui raccontava di essere suo padre su richiesta. Una versione che la presunta vittima ha da sempre contestato, segnatamente in un confronto avvenuto in aula nel processo del 2018.
Il 50enne è difeso dall’avvocato, Venerio Quadri; mentre l’accusa è sostenuta dalla procuratrice pubblica, Margherita Lanzillo. Le parti si sono riconfermate nelle loro posizioni. La sentenza sarà resa nota dalla Corte di appello entro fine novembre.

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