Luganese

Trois, deux, un: torna Giochi Senza Frontiere. Ma senza Ssr

Mediaset proporrà una propria versione del game show andato in onda fino a vent'anni. La Svizzera sarà in gara. La Ssr è stata contattata, ma ha declinato.

Immagine d'epoca dell'evento andato in onda dal 1965 al 1982 e dal 1988 al 1999.
15 luglio 2019
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Un atteso ritorno, avvolto parzialmente nel mistero. La notizia è di pochi giorni fa: a vent’anni dall’ultima messa in onda, l’italiana Mediaset riproporrà in autunno – sulla rete ammiraglia Canale Cinque – uno degli show televisivi più longevi e amati di sempre: Giochi Senza Frontiere. E la novità ci riguarda da vicino, in quanto fra i Paesi partecipanti è stata annunciata anche la Svizzera. Tuttavia, sebbene manchi poco alla trasmissione, sono numerosi i punti interrogativi sul progetto.
Dopo che nel 1999 si è tenuta l’ultima edizione della manifestazione, sono stati diversi e da più parti i tentativi di rianimarla, e ancor più numerose le richieste di farlo in molti Paesi europei. In primavera, la svolta: in Italia cominciano a circolare i primi rumor su un ipotetico ritorno dello storico format. Non più però sulle reti della televisione pubblica (la Rai) ma su quelle del più grande gruppo privato: Mediaset. Alla cerimonia di presentazione dei palinsesti della stagione televisiva 2019-20, tenutasi pochi giorni fa, infine la conferma: il Biscione riproporrà il programma cult da metà settembre. A condurlo saranno Ilary Blasi (moglie dell’ex calciatore ed ex capitano della Roma Francesco Totti) e Alvin.

Durante l’annuncio poco è stato svelato se non che ci saranno dei cambiamenti. A cominciare dal nome: si chiameranno Euro Games. Secondo i blog italiani specializzati in materia, la Rai deterrebbe infatti i diritti sul nome fino al 2020. Inoltre, a differenza della quasi totalità delle edizioni storiche, i giochi saranno fissi – al parco divertimenti Cinecittà World, fuori Roma – e non itineranti, come capitava allora. Per il resto, il format dovrebbe restare fedele a se stesso: in ogni puntata alcune squadre, rappresentanti delle nazioni in gara, si sfideranno in una serie di prove di abilità e forza – divertenti e colorate – cercando di conquistare più punti possibili. Ogni squadra avrà la possibilità di incrementare il proprio punteggio usando un jolly in una prova in cui si sentirà più forte, e vincendo il fil rouge, una prova speciale che si affronterà individualmente. Sei i Paesi annunciati quali partecipanti. Oltre all’Italia: Austria, Germania, Polonia, Spagna e... Svizzera.

E proprio i rappresentanti dei singoli Paesi, almeno nel caso elvetico, sono il mistero più grande. A due mesi dalla messa in onda e a uno dalla registrazione, non siamo stati in grado di trovare alcuna informazione su chi porterà alti i colori rossocrociati, né su chi come saranno (o sono state?) reclutate queste persone. L’unico punto fermo è che la Ssr non sarà partner dell’evento.

Canetta: ‘Sì, siamo stati contattati, ma troppo tardi’

Tempi troppo stretti. Questo il principale motivo per il quale è sfumata la partecipazione della Ssr (la Società svizzera di radiotelevisione) al progetto degli Euro Games. «Sì, siamo stati contattati (da Mediaset, ndr) verso metà giugno», ci svela il direttore della Rsi Maurizio Canetta. «In linea di principio la nostra prima posizione era abbastanza scettica, per una serie di fattori – aggiunge –. In ogni caso eravamo aperti alla discussione. Ne abbiamo parlato a livello nazionale con le altre regioni del Paese e come Ssr abbiamo deciso di declinare». Il fatto di essere stati contattati a giugno, «tardi», è stato discriminante: «Il programma andrà in onda a settembre e ci è stato detto che sarà registrato in agosto – spiega Canetta –. Per noi era materialmente impossibile effettuare i casting, organizzarci seriamente per mettere in piedi un evento nazionale ben fatto». Le porte non restano però chiuse per un’eventuale seconda edizione. «Se dovessero esserci le condizioni adeguate (ad esempio più tempo per prepararsi e informazioni più complete, ndr), se ne potrà sicuramente riparlare».

Appurato quindi che la Svizzera è stata annunciata come partecipante ai giochi, resta da capire come sia stata coinvolta. Durante le edizioni classiche di Giochi Senza Frontiere, lo show veniva infatti trasmesso sulle frequenze delle emittenti pubbliche dei Paesi in gara. Questo era il caso della Rai in Italia e della Ssr in Svizzera, cosa che però non avverrà con gli Euro Games. È pensabile quindi un coinvolgimento di una tv privata pure in Svizzera? «Non credo: lo sforzo anche finanziario sarebbe eccessivo», valuta Filippo Lombardi, per anni alla guida di TeleSuisse, l’associazione che riunisce le televisioni regionali elvetiche. La speranza, a questo punto, è di saperne di più da Mediaset nei prossimi giorni.

Programma cult per generazioni, molto… elvetico

Attention... trois, deux, un. E poi, l’immancabile fischio d’inizio. Probabilmente solo a chi ha meno di 20-25 anni uno degli slogan televisivi più famosi di sempre non dirà nulla. A coniarlo fu, nel 1965, l’arbitro svizzero Gennaro Olivieri, che – con l’amico, collega e connazionale Guido Pancaldi dall’anno successivo e grazie al belga Denis Pettiaux dagli anni Ottanta – contribuì a rendere Giochi Senza Frontiere il programma cult che è stato. Prodotto a partire dagli anni Sessanta dall’Unione Europea di Radiodiffusione – che a dispetto del nome non c’entra nulla con l’Ue e ha sede a Ginevra –, ne divenne uno dei fiori all’occhiello assieme al concorso canoro Eurovision Song Contest. Belgio, Francia, Germania Ovest e Italia furono i primi quattro Paesi partecipanti. La Svizzera si unì nel 1967 e fu presente a quasi tutte le edizioni, mancando solo dal 1988 al 1991. Ai tedeschi la palma di migliori con sei vittorie, mentre i rossocrociati sono saliti sul gradino più alto in due edizioni: nel 1972 (la squadra di La-Chaux-de-Fonds) e nel 1974 (Muotathal). Una ventina le nazioni che si sono succedute negli anni al torneo.

Particolarmente sentito dai ticinesi – i rappresentanti svizzeri delle ultime edizioni provenivano esclusivamente dal Sud delle Alpi –, l’evento che negli anni d’oro teneva incollate al televisore intere comunità sta ora per tornare dopo vent’anni di stop e dopo svariati tentativi in altrettanti Paesi di riproporlo. E quella di Mediaset non sarà l’unica edizione. A settembre partirà anche la versione francese, che manterrà il nome originale Jeux Sans Frontières, dato che in Francia non vi sono controversie legate al titolo del game come in Italia. A presentarla, sarà il note attore e conduttore Nagui. Per i bilanci ci si rivede insomma in autunno, mentre ad oggi non si può che constatare che un’Europa apparentemente in crisi ha voglia di... giocare.

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