Luganese

Lugano, storia di due innamorati separati da Schengen

Negato il visto turistico a un giovane marocchino invitato un mese in città dalla sua fidanzata. Le autorità sospettano che possa restare...

4 luglio 2019
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Un amore sconfinato che si è scontrato contro un muro burocratico. Un muro di carta tanto solido da essere invalicabile. Sì, perché rinforzato dalla Convenzione di applicazione dell’accordo di Schengen e dal Regolamento europeo che istituisce un codice comunitario sul regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone provenienti da nazioni estranee. Regole a cui si aggiungono i puntelli delle leggi e delle ordinanze federali. Queste norme non garantiscono nessun diritto all’entrata nello spazio dei Paesi che hanno aderito a Schengen, neppure ci sono margini di manovra per il ‘semplice’ rilascio di un visto turistico.

La storia che raccontiamo è per certi versi cinica e sconcertante. Così, almeno, appare agli occhi dei giovani protagonisti che l’hanno vissuta. Lei è Nicoletta, 26 anni, vive e lavora a Lugano, è di nazionalità svizzera e ha anche il passaporto italiano. Lui è Ismail, 24 anni, vive e lavora a Essaouira, in Marocco. Si sono innamorati. E la storia va avanti da diversi mesi. Solo lei, però, può raggiungerlo in Marocco. Di recente, la 26enne ha voluto invitarlo un mese a Lugano per fargli vedere dove lavora, vive e fargli conoscere i suoi amici. Occorreva un visto turistico. Non c’è stato verso di ottenerlo. L’Ambasciata svizzera di Rabat non l’ha concesso. E La Segreteria di Stato della migrazione (Sem) ha respinto il ricorso della coppia. È bastato il sospetto che lui, giovane marocchino, sia potenzialmente un aspirante migrante clandestino e, se arrivasse in Svizzera, potrebbe decidere di rimanere. In altre parole, Ismail non è libero di viaggiare dove vuole in Europa. Non è servito a nulla spiegare che il 24enne lavora, ha il denaro per i biglietti di aereo di andata e ritorno e vuole viaggiare solo per incontrare la donna che ama nel Paese in cui lei vive.

Le garanzie fornite non sono vincolanti giuridicamente. Lui non può viaggiare in Europa.

«Gli ostacoli sono cominciati quando abbiamo richiesto la documentazione necessaria – racconta Nicoletta a ‘laRegione’ –. Le informazioni sono state fornite a spizzichi e anche online ci sono parecchie imprecisioni sulle carte che bisogna presentare. Una parte e nemmeno tutte l’abbiamo ricevuta solo arrivati la prima volta all’Ambasciata svizzera di Rabat, dove siamo dovuti tornare. Stando all’Ufficio immigrazione di Bellinzona sarebbe bastata una lettera di invito…». La decisione dell’Ambasciata, come detto, è stata confermata dalla Sem che ha ampio margine di apprezzamento nella valutazione dei casi. Tanto che un’eventuale ulteriore contestazione, da inoltrare al Tribunale amministrativo federale, pare avere poche possibilità di riuscita.

Nicoletta tuttavia non demorde: «Ci sono rimasta davvero male, Ritengo che sia ingiusto. Alcune persone mi stanno aiutando a riprovarci, speriamo che non siano altri 60 euro gettati al vento». Eppure, prosegue la giovane luganese «abbiamo fornito più garanzie di quelle richieste dalla procedura per la permanenza di Ismail in Ticino, ma non sono state accettate». Nelle decisione leggiamo che “la correttezza della valutazione non può essere messa in discussione neppure dalle dichiarazioni di garanzia della garante” e che per “la giurisprudenza e la prassi costante le dichiarazioni dell’ospite non sono vincolanti dal profilo giuridico e non bastano a garantire la partenza definitiva al termine del soggiorno”… «Ma Ismail ama la sua terra, non vuole lasciare il suo Paese né trasferirsi in Europa. Lavora in un’agenzia molto gettonata che organizza escursioni per i turisti e ha sempre respinto le richieste di lavorare all’estero. Lui e i suoi coetanei hanno paura dell’Europa dopo i racconti sentiti dalle persone che hanno provato ad andarci. Pensi che non ha neppure il coraggio di accompagnarmi nell’aeroporto quando devo lasciare il Marocco».

La storia è raccontata da Roberta Parisi su Facebook, mamma di Nicoletta, suscitando reazioni contrastanti.

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