L'imprenditore si propone di riavviare i voli di linea, ma ad una condizione: ‘La Confederazione o la Città li sovvenzionino’
Il cielo si rasserena. Dopo un lungo periodo difficile, in pochi giorni alcune notizie positive gettano luce e speranza rinnovate sull’aeroporto di Lugano. Berna ne avrebbe rivalutato la posizione e sarebbe in arrivo il masterplan. Ma non solo. Si staglierebbe all’orizzonte anche l’opportunità di riattivare la rotta – da più parti definita vitale per lo scalo – su Ginevra. «Sono pronto a riavviarla, ho già individuato anche l’aereo adatto. Ma a una condizione», rivela alla ‘Regione’ Dario Kessel. «La Confederazione deve sovvenzionare i voli di linea».
Abbiamo raggiunto l’imprenditore – Ceo di E-Aviation Swiss, con sede ad Agno – all’indomani della notizia data dal ‘SonntagsZeitung’: la reazione non è stata di gioia. «Non ha nessun senso finanziare l’aeroporto se non ci sono i voli – sostiene –. Piuttosto, vanno sovvenzionati i collegamenti di interesse pubblico. Il traffico di linea per le ragioni discoste, quale il Ticino è, in particolar modo». In altre parole, andrebbero resi più a buon mercato quei voli che non lo sono – o erano nel caso concreto –, ma che hanno un interesse pubblico riconosciuto. «La tratta su Ginevra era in perdita –ricorda Kessel –, perché il prezzo necessario per praticarla restando a galla non era competitivo. Però ci vuole, ha un suo senso, come lo ha il servizio di autopostale in villaggi piccoli e discosti per esempio». Un principio che in Svizzera esiste, ma che andrebbe giuridicamente rafforzato come nell’Ue. «Porto l’esempio dell’Isola d’Elba che conosco bene: Bruxelles paga 1,8 milioni d’euro all’anno per sovvenzionare i voli su Firenze e Milano, affinché gli isolani non siano sfavoriti finanziariamente. Si chiama continuità territoriale».
Tornando in Ticino, nonostante i gravi problemi dello scalo, Kessel intravede possibilità di rilancio. «Sto negoziando con la Zimex (azienda basilese, ndr) un accordo, per portare nel 2020 un ATR42-500 (un velivolo da 50 posti, ndr) per fare tutti i voli estivi: l’Elba, la Sardegna, la Croazia. E con quello stesso aereo vorrei fare Ginevra. Se la Città o la Confederazione mi danno una mano, quella tratta gliela rimetto in piedi io». Un sostegno indispensabile però: «La perdita è calcolata in 800’000 franchi annui circa, ma sfruttando meglio l’aereo sono convinto che si possa arrivare al pareggio». Come? «Utilizzandolo per voli charter, che siano vacanze o eventi mirati. Per compensare. È per quello che inizio da lì». «Ho anche appena fatto domanda di costruzione per un nuovo albergo all’aeroporto» aggiunge Kessel, proprietario di diversi terreni e attività nella zona. Il potenziale non sembra quindi esaurito, ma tradurlo spetta ora – nuovamente – alla politica.