Luganese

Molestie al Civico, no alla commissione d'inchiesta

A due anni da quand'è emerso il caso, la Commissione sanitaria preavvisa negativamente la proposta di Matteo Pronzini, ma chiede più sensibilizzazione

Maristella Polli (Ti-Press)
15 novembre 2018
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Non un’inchiesta, ma più sensibilizzazione. La Commissione speciale sanitaria ha firmato ieri il rapporto sul messaggio del Consiglio di Stato (Cds) riguardante una mozione di Matteo Pronzini, con la quale il deputato Mps chiedeva l’istituzione di una commissione d’inchiesta a seguito di un caso di cronaca emerso nel 2016. Dopo anni di molestie sessuali a diverse colleghe, nel 2015 un caporeparto dell’Ospedale Civico di Lugano fu infatti licenziato – per essere poi assunto dal Servizio di cure a domicilio di Mendrisio – e la vicenda suscitò clamore. Diversi atti parlamentari, a livello comunale e cantonale, la affrontarono, ma fu il granconsigliere a spingersi più in là di tutti, chiedendo l’istituzione appunto di una commissione che potesse “analizzare e valutare le procedure messe in atto in ambito di prevenzione (da lui giudicata insufficiente, ndr) delle molestie sessuali presso l’Ospedale Regionale di Lugano (quindi oltre al Civico l’Italiano, ndr) prima, durante e dopo i fatti”. Il Cds aveva giudicato inopportuna la richiesta, essendoci già una direttiva interna all’Ente Ospedaliero Cantonale (Eoc) fin dal 2008 sul tema, come pure uno speciale Gruppo d’intervento per problemi di disagio sul posto di lavoro (Gridi).


L’ondata #MeToo e la richiesta di più sensibilizzazione


In linea con il governo anche la Sanitaria, ma con dei distinguo. «Siamo andati a controllare cos’ha fatto nel frattempo l’Eoc – ci spiega la relatrice Maristella Polli (Plr) –, quali sono le possibilità che esistono per i suoi collaboratori per poter parlare, denunciare e trovare una soluzione a questo problema. L’Eoc ha redatto un codice di comportamento (il riferimento è a Gridi, ndr) e abbiamo inoltre scoperto che c’era una signora, un quadro intermedio, che sapeva ma non informava i superiori. Quindi la direzione è intervenuta solo quando ha saputo. Pertanto la commissione d’inchiesta non ha più un senso. Tuttavia, nel frattempo sono emersi diversi casi di molestie sessuali (e qui il cenno è, oltre alle cronache giudiziarie cantonali, al movimento #MeToo sorto negli Stati Uniti, ndr), chiediamo quindi al Cds di intervenire sia nel settore pubblico che in quello privato per una maggiore sensibilizzazione e di preparare un protocollo che permetta di aiutare di più le persone che si ritrovano in queste condizioni». La proposta in Gran Consiglio entro l’anno.

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