Luganese

Lutto in autostrada

Paura e tristezza ieri sull’A2: all’altezza dello svincolo per il cantiere dell’AlpTransit, un bus centra un pilone della segnaletica

15 ottobre 2018
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Un’intera giornata col fiato sospeso. Per ore si sono rincorse le indiscrezioni e alla fine è arrivata la triste conferma: c’è una vittima. Uno dei passeggeri del bus tedesco che ieri mattina ha centrato un pilone della segnaletica sull’autostrada A2 – all’altezza dello svincolo per il cantiere AlpTransit di Sigirino – non ce l’ha purtroppo fatta. Si tratta di una 27enne, una donna che stava accompagnando la scolaresca in gita.

Un colpo molto potente, che ha squarciato il mezzo. Pesante il bilancio: dei venticinque passeggeri, oltre la metà è ferita. Due – compreso l’autista – sono in gravi condizioni, ma la loro vita non è fortunatamente in pericolo. Altre otto persone risultano ferite in maniera medio-grave, mentre quattro hanno riportato escoriazioni e altre lesioni più leggere.

Tutta la notte in viaggio

Quella che doveva essere una piacevole gita di studio in Italia si è violentemente interrotta domenica mattina in valle Vedeggio. La comitiva proveniva principalmente dal liceo cattolico Santa Ursula di Brühl, una cittadina alle porte di Colonia. Assieme a loro, un gruppo più piccolo di un’associazione cattolica della parte settentrionale della metropoli tedesca. Partito sabato sera attorno alle 22, il pullman – nuovo e apparentemente senza problemi tecnici, stando ai media germanici – ha viaggiato per l’intera notte. A metà strada la disgrazia: poco prima delle 8 lo schianto, le cui ragioni sono oggetto d’inchiesta e non note. «Tutte le ipotesi (dal colpo di sonno, alla distrazione, al malore ndr) restano per il momento aperte» ha spiegato Claudio Ferrari, il portavoce della Polizia cantonale. Di certo, c’è che il tratto dov’è avvenuto lo schianto non è un rettilineo: la strada curva leggermente a sinistra.

Le immagini dell’incidente sono impressionanti. La parte frontale e sinistra del pullman non esiste praticamente più. Sedili sbalzati, cavi penzolanti e lamiere accartocciate come carta. E proprio l’armatura di metallo ha imprigionato i tre passeggeri che hanno riportato le ferite più gravi: per liberarli è stato necessario un intervento coordinato del Soccorso stradale e dei Pompieri di Lugano, come conferma il comandante di questi ultimi Mauro Gianinazzi. Ingente il dispiegamento di uomini e mezzi di vari Corpi e servizi: almeno una cinquantina, secondo le stime della polizia. I feriti sono stati trasportati via terra e via aria – grazie all’intervento della Croce Verde luganese e della Rega – in quattro distinti ospedali: Civico di Lugano, San Giovanni di Bellinzona, Carità di Locarno e Beata Vergine di Mendrisio. L’A2 è stata chiusa per diverse ore in direzione Sud e solo nel tardo pomeriggio entrambe le corsie sono state riaperte al traffico, deviato nel frattempo sulla Cantonale.

In Italia per una settimana

Sull’autobus – come confermatoci dai colleghi del quotidiano ‘Kölner Stadt Anzeiger’ – erano presenti anche due sacerdoti. Nel Land Nordreno Vestfalia sono iniziate pochi giorni fa le vacanze autunnali e la comitiva avrebbe dovuto effettuare la gita – a metà fra studio e pellegrinaggio – per un’intera settimana: il rientro era previsto domenica prossima. Uno dei due uomini di chiesa è rimasto ferito, mentre l’altro ha accompagnato gli illesi al rifugio del Ceneri della Protezione civile. Lì sono stati accuditi, anche psicologicamente dal Care Team, in attesa del rimpatrio. A tal proposito, si è infatti immediatamente attivata l’ambasciata tedesca.

Molti ragazzi stavano dormendo

Fra le varie testimonianze, a colpire è quella di Giuseppe Giulino. L’infermiere locarnese, sentito da ‘Ticinonline’, ieri mattina viaggiava proprio dietro allo sfortunato autobus. Una volta accortisi dell’incidente, lui e la moglie (anch’essa infermiera), si sono precipitati sul veicolo a prestare i primissimi soccorsi col materiale a loro disposizione, prima dell’arrivo delle squadre d’intervento. «Molti (passeggeri, ndr) stavano dormendo prima dell’incidente – il racconto –. Non capivano nulla, erano scioccati. Ho visto il panico negli occhi dei ragazzi».

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