Luganese

Lo accusa di atti sessuali ma il giudice non gli crede

Imprenditore luganese 50enne condannato a Lugano per avere procurato la cocaina ad un 15enne ma cadono i reati sessuali

Amos Pagnamenta (foto Ti-Press)
20 aprile 2018
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Colpevole per aver procurato la cocaina ad un 15enne, ma prosciolto dall'aver compiuto su di lui atti sessuali. Si sgretola l'impianto accusatorio che vedeva un minorenne accusare un imprenditore 50 enne di atti sessuali con fanciullo. In dubbio pro reo, l'uomo è stato ritenuto più credibile del suo accusatore ed è stato condannato ad una pena pecuniaria sospesa con la condizionale. 

L'imprenditore luganese cinquantenne, lo ricordiamo, era accusato di aver indotto l'allora 15enne ad un atto sessuale con una prostituta, pagando la prestazione e ospitando il minore e la donna nella sua abitazione. L'uomo è colpevole di aver fornito all'adolescente cocaina. Solo quest'ultima accusa è stata ritenuta valida dal giudice Amos Pagnamenta. Il caso è approdato in aula oggi (il processo si è svolto a porte chiuse) a distanza di sette anni dai fatti. Un caso in buona parte indiziario dal momento che l'imputato ha respinto le imputazioni più gravi, gli atti sessuali con il minore.

L'imprenditore, cocainomane per anni e con problemi di alcool nel frattempo risolti, ha sempre parlato di una amicizia con il minore, per cui raccontava essere suo padre su richiesta - ma le versioni dei due sono opposte - del ragazzo. Imputato e vittima oggi si sono rivisti l'uno a pochi metri dell'altro in aula. Durante la requisitoria della pp Margherita Lanzillo il giovane è scoppiato in lacrime. L'avvocato di difesa Venerio Quadri ha minato la credibilità dell'accusatore privato, sostenendo che aveva in passato già accusato persone poi prosciolte. Proprio questi sono stati i motivi principali che hanno portato la Corte a proscogliere l'imputato dalla principale accusa. 

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