Luganese

Lugano, l'ex sindaco è perplesso sui dissidi in casa Plr

Giorgio Giudici non risparmia qualche frecciatina ed esprime dubbi sul futuro del partito e della politica cittadina i suoi progetti non ancora concretizzati

(Giorgio Giudici (Ti-Press))
22 marzo 2018
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Dice di non saperne nulla, se non quello che è emerso sulla stampa, ha chiuso con la politica che non gli interessa più. Esprime tuttavia perplessità sui dissidi interni alla sezione liberale radicale cittadina. Meglio. Secondo l’ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici, «ciò che sta capitando non è politica ma qualcos’altro che nuoce alla stessa politica». La sua è una constatazione amara che va al di là dei contrasti interni al Plr. Dal suo punto di vista, «politica significa avere progetti e idee. Occorrono persone in grado di trascinare, di condurre in porto una visione. Invece qui pare siano tutti trascinati».

Ma nel Plr di Lugano, la cui assemblea dei delegati è in programma al Palazzo dei congressi mercoledì 28 marzo alle 20, pare ci siano piuttosto tensioni caratteriali… «È quasi più una prevaricazione di tipo individuale a conferma dei propri ruoli che non so bene quali siano. Sono perplesso su quello che potrà essere il futuro e non solo del partito, ma siccome non me ne occupo più… Mi faccia casomai altre domande che forse saprò risponderle».

Come valuta l’operato del vicesindaco di Lugano Michele Bertini che ha preso il suo posto in Municipio? «È diventato una figura di riferimento – risponde Giudici –. Però, purtroppo, quando la persona di riferimento è una sola è facile identificarsi. Se, poi, di colpo ne nascono altre, importanti o meno, diventa tutto più complicato. Con tutto il rispetto, ai miei tempi, nel bene e nel male, si sapeva a chi rivolgersi e con chi identificarsi. Oggi è più difficile».

Non solo per gli elettori del Plr. Giudici: «Come cittadino, apparentemente le cose sono in movimento, in realtà sono ferme, anche perché non sono maturati quei progetti che abbiamo lasciato. Un po’ come un caleidoscopio che continua a girare ma, quando si fermano, ti accorgi che le immagini erano pochissime».

Progetti dai tempi lunghi

Ma i tempi lunghi sono quelli della politica e delle procedure… «In realtà manca la convergenza, ci sono troppe voci, ognuna delle quali ritiene di avere la capacità di determinare il futuro, per questo si creano situazioni di stallo. Ognuno tende a coltivare il proprio settore e non sempre un campo di fronte all’altro fa una bella prateria – dice l’ex sindaco –. Quello che è giusto oggi, risulta sbagliato domani e torna a essere corretto dopodomani. Peccato, perché le opportunità di Lugano sarebbero tantissime e oggi si fatica a individuare gli elementi che consentirebbero di proiettarsi nel futuro. L’aeroporto è un altro tema, se ne parla troppo, ognuno ha la propria opinione e deve assolutamente farla sapere. Questo genera confusione e disorientamento nell’opinione pubblica e tutto diventa meno credibile».

Giorgio Giudici si ferma qui. Tornando sulle tensioni all’interno della sezione di Lugano, le parti in conflitto non si sono parlate, quindi le posizioni sono le stesse rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi (cfr, ‘laRegione’ di giovedì 15 marzo). A questo punto sarà difficile che i tentativi di mediazione possano ricucire lo strappo che si è allargato col passare dei mesi tanto da finire sui media. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, oltre al voto in Consiglio comunale, sarebbe il ricorso contro l’abbassamento del moltiplicatore d’imposta dall’80 al 78%. La resa dei conti potrebbe avvenire al Palazzo dei congressi mercoledì prossimo nel corso dell’assemblea dei delegati della sezione.

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