Lugano

Lugano, paghe in euro al Consolato: 'Corretta la rivendicazione delle due impiegate'

(Reto Albertalli)
31 marzo 2017
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«A prescindere dall’opportunità di commentare una sentenza definitiva da chi è risultato soccombente, si sottolinea come non si possa parlare di una posizione opportunistica da parte delle impiegate con riferimento alla rivendicazione della differenza salariale dettata dal crollo del cambio fra euro e franco svizzero». Comincia così la nota diffusa poco fa dagli avvocati Stefano Fornara e Giovanni M. Fares, legali delle due impiegate a contratto del Consolato d’Italia a Lugano, a cui il Tribunale federale svizzero ha dato ragione ritenendo inammissibile il ricorso presentato dal Ministero degli affari esteri italiano contro la rivendicazione di un adeguamento salariale, giustificato dal crollo del cambio tra Euro e Franco.

I due legali precisano che il diritto delle loro assistite alla rivendicazione «discende dalla normativa italiana applicabile nel concreto e si appoggia altresì ad un parere del Consiglio di Stato della Repubblica Italiana», parere risalente al 2011, quindi precedente all’azione legale, e concordante con quanto deciso dal Tribunale federale. Ecco perché i due avvocati ritengono «inopportune» le critiche mosse dal legale del Ministero italiano sui media italiani. Il caso è di quattro anni fa, quando le due donne rivendicarono un adeguamento di stipendio per compensare la svalutazione del cambio. E il Pretore di Lugano si era già espresso in modo favorevole alle due impiegate, chiedendo al Ministero di versare gli arretrati - rispettivamente di circa 54mila e 48mila euro e di aumentare gli stipendi. Sentenza che la Farnesina, non convinta, aveva deciso di impugnare, ricevendo due ulteriori sconfitte, prima al Tribunale d’Appello e poi al Tribunale federale.