Lugano

Perugini chiede una pena di tre anni e mezzo da espiare

(Pablo Gianinazzi)
28 febbraio 2017
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"Non siamo più un'isola felice. Questi fenomeni di 'esattoria criminale' fino a questa vicenda erano sconosciute alle nostre latitudini". Ha cominciato così la sua requisitoria, il sostituto procuratore generale Antonio Perugini, secondo cui l'imputato è il personaggio chiave di tutta la storia e dev'essere condannato a tre anni e mezzo di reclusione da espiare. È infatti l'imputato che ha conosciuto i mandanti a Parigi da cui ha ricevuto il mandato al prezzo di cinquemila euro. La vicenda esprime "la sprezzante frenesia criminale che batte cassa per presunte inadempienze contrattuali". Per l'accusa, l'imputato ha assoldato la manovalanza e ha curato l'operazione e si è preoccupato di reperire l'auto successivamente rinvenuta alla frontiera lituana, come testimoniano le riprese della videosorveglianza. Per l'uomo alla sbarra, è stata una semplice visita di cortesia, ma basta leggere i verbali della vittima per rendersi conto che le cose si sono svolte diversamente, ha proseguito Perugini. D'altra parte, i precedenti dell'imputato parlano da soli e mostrano che non è stato un semplice mediatore finanziario, stando all'accusa. Tenendo conto della condanna inflitta al manovale che ha partecipato alla spedizione, (24 mesi di carcere parzialmente da espiare inflitti il 28 giugno dell'anno scorso). La parola passa ora al legale dell'imputato, avvocato Riccardo Rondi.

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