Bioggio

Servizi di anestesia da Ars Medica e Sant'Anna a Hospita? 'No problem' dice il Consiglio di Stato

(Gabriele Putzu)
3 novembre 2016
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Quella mozione è da respingere. È categorico il rapporto del Consiglio di Stato (CdS). Sarebbe un abbaglio il cosiddetto precedente 'inaccettabile' evocato dai Verdi che hanno espresso preoccupazione e inquietudine in merito alla scelta del governo cantonale di affidare i servizi di anestesia delle cliniche Ars Medica e Sant'Anna alla società Hospita Suisse Anesthesia Care Sa di Bioggio. Nel rapporto pubblicato il 26 ottobre, il CdS spiega che non si tratta di una esternalizzazione di un servizio ospedaliero di base. E nemmeno è il primo caso in Ticino. Tanto che, già in precedenza, scrive il governo, il servizio di anestesia era fondato sull'interazione con diversi medici esterni non direttamente dipendenti dalle cliniche, ma legate alle stesse, in quanto medici accreditati, da un rapporto di mandato. Questo legame individuale alle strutture poneva problemi di coordinamento e di uniformità nell'impostazione dellapresa a carico. I responsabili, prosegue il CdS nel rapporto, hanno quindi ritenuto di costituire una struttura societaria, affidata peraltro al direttore medico della Clinica Ars Medica, per migliorare l'organizzazione e la conduzione del servizio. Hospita ha così assunto gli stessi medici anestesisti che lavoravano quali medici accreditate nelle due cliniche e gli operatori sanitari organizzando il servizio in modo continuativo e articolato. Inconsistenti, agli occhi del governo cantonale, sono pure i pretesi rischi di dumping salariale. Da un lato, per il personale, paramedico Hospita ha sottoscritto il contratto collettivo di lavoro dell'associazione cliniche private ticinesi a tempo indeterminato. D'altro canto, per i collaboratori attivi comemedici il passaggio dallo statuto di indipendente a quello di dipendente può certamente aver comportato l'esigenza di una negoziazione dell'entità e dei parametri retributivi. Fra i diretti interessati, questa situazione, continua il CdS,  a priori può aver suscitato una certa preoccupazione, ma appare quantomeno improprio evocare il concetto di dumping salariale a fronte di livelli retributivi certamente dell'ordine di alcune centinaia di migliaia di franchi. Il governo poi ribadisce che il rilascio dell'autorizzazione, avvenuto il 18 giugno 2014, è conforme alla legislazione vigente. Infine, la concessione di tali autorizzazioni non compete al legislativo ma è prerogativa dell'organo esecutivo, ossia il Consiglio di Stato, per cui non occorre il benestare del Gran Consiglio.

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