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Progetto ambientale per rilanciare la Torbiera della Segna

Il biotopo d'importanza nazionale situato sul Monte Comino sarà oggetto di interventi di recupero e salvaguardia coordinati dal Cantone

(Monte Comino)
25 maggio 2024
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Recuperare l’antica torbiera della Segna, sul Monte Comino (Centovalli), degradatasi col passare dei decenni, in modo da rilanciarne la sua importante funzione ambientale (ecosistema e mitigazione dei cambiamenti climatici). Il progetto di riqualifica ecologica e naturalistica di quest’area paludosa dall’estensione di circa un ettaro, caratterizzata da specie tipiche di ambienti acquitrinosi, a oltre mille metri di quota, prevede tutta una serie di specifici interventi che saranno messi in atto nei prossimi mesi. Opere coordinate e promosse dal Cantone per il tramite dell’Ufficio della natura e del paesaggio (Unp) delle quali riferisce l’ultimo numero di ‘Centovalli News’, il foglio informativo edito dal Municipio centovallino. La torbiera di Pian di Segna, accessibile unicamente a piedi, è una delle ultime torbiere di transizione del Ticino ed è un biotopo riconosciuto di importanza nazionale. Purtroppo vuoi per l’intervento dell’uomo (negli anni 50, quando si costruì l’acquedotto per Verdasio, si captò l’acqua necessaria proprio in quella zona e nel 1985 la zona paludosa venne danneggiata dalla posa di condotte idriche per servire i cascinali), vuoi per il generale innalzamento delle temperature e del calo di precipitazioni nevose, la superficie umida è andata man mano riducendosi e ha conosciuto un drastico disseccamento. Un degrado al quale si intende ora porre rimedio, in modo da superare l’attuale criticità e ripristinare completamente tutte le funzioni di questo piccolo ecosistema. Anche se le torbiere occupano solo il 3% della superficie terrestre, esse sono in grado di immagazzinare, secondo i dati del Wwf Svizzera, il doppio del carbonio della Terra rispetto alle foreste, estese sul 30% della sua superficie.

Gli interventi previsti

Sono diverse le azioni da realizzare: la posa di soglie (sorta di canale di sbarramento) per mantenere all’interno del biotopo una maggiore quantità d’acqua; la creazione di pozze rigeneratrici a favore di muschi e anfibi; l’eliminazione della vegetazione che sta invadendo la torbiera, favorita dall’impoverimento idrico; lo sfalcio selettivo all’interno del perimetro, così da diversificare meglio la flora presente. Lavori che saranno concordati con un agricoltore del Monte Comino e supervisionati, ovviamente, dall’Unp. Conclusa la fase d’intervento dell’uomo, si passerà alla fase di promozione/divulgazione di questo particolare biotopo, garantendone in futuro anche un’opportuna gestione (monitoraggio dell’evoluzione naturale, interventi, se necessario, con piccole operazioni di asporto del materiale organico). Ogni torbiera è infatti testimone della storia millenaria del territorio in cui è insediata. Da un deposito paludoso di torba gli studiosi possono ottenere informazioni di natura ecologica, climatica e archeologica.

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