Verscio

‘Poterla chiamare ancora... campagna’

Presentati all'autorità comunale di Terre di Pedemonte i risultati dello studio partecipativo sulle ‘Strade di quartiere’

Una delle serate di discussione con gli abitanti
5 aprile 2024
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Sono stati presentati recentemente alle autorità comunali di Terre di Pedemonte i risultati dello studio partecipativo “Strade di quartiere”, realizzato raccogliendo le opinioni e le proposte dei residenti della campagna di Verscio.

Lo studio si è svolto nell’ambito dei “Progetti modello per uno sviluppo sostenibile del territorio”, un programma quadriennale promosso dalla Confederazione tramite l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (Are). Le indicazioni ottenute saranno recepite dal Municipio e integrate nel “Programma d’azione comunale per lo sviluppo insediativo centripeto di qualità” (Pac), lo strumento pianificatorio del Comune che verrà finalizzato nella prossima legislatura.

Realizzato dall’architetto Enea Pazzinetti e dal sociologo Samuele Cavalli, lo studio ha messo al centro della riflessione le caratteristiche presenti e future della campagna di Verscio, come esempio di zona residenziale estensiva. «Nel corso degli ultimi decenni, il quartiere è stato toccato da una forte densificazione degli insediamenti – spiegano i due –. In questi perimetri, le strade sono in genere strette vie di transito, delimitate dalle opere di cinta delle costruzioni. I percorsi pedonali e la mobilità lenta si contendono lo spazio con il traffico motorizzato. Le dimensioni ridotte di queste strade non favoriscono la sosta e gli scambi sociali. Il progetto parte da questa “constatazione territoriale” per interrogare l’evoluzione complessiva del perimetro dal punto di vista di chi lo abita».

Il sondaggio, serate pubbliche e una gita

L’approccio partecipativo ha permesso di raccogliere le idee degli abitanti attraverso una metodologia diversificata: «È stato realizzato un sondaggio, ed è stata organizzata una “passeggiata di quartiere” con gli allievi della scuola elementare. Si sono pure tenute delle serate pubbliche di discussione. Un approccio che ha fatto emergere una serie di bisogni in materia di pianificazione e organizzazione del territorio».

L’identità del quartiere tra verde e costruzioni

«I risultati – proseguono Pazzinetti e Cavalli – mostrano la forte dicotomia descritta dai residenti. Nel quartiere è piacevole vivere, ma è sentita la preoccupazione verso il rapido processo di edificazione. La crescente presenza di “strade corridoio”, secondo diversi abitanti, non permette di percepire il fatto di essere in campagna, impedendo di scorgere il paesaggio e il verde a causa delle tante opere di cinta. Si ha piuttosto l’impressione di trovarsi in una realtà urbana. I partecipanti segnalano, in questo modo, un indicatore della perdita dell’identità del luogo. Esprimendo la necessità di adottare misure normative per “poterla chiamare ancora campagna”, come afferma un abitante. In particolare, l’altezza delle costruzioni e delle opere di cinta sono temi indicati come prioritari, su cui intervenire allo scopo di una maggior armonia tra gli ambienti costruiti e l’insieme degli spazi presenti”.

Anche per la rete viaria si auspica che sia “a misura di campagna”: «Chiare, in questo senso, le richieste degli abitanti in termini di moderazione della velocità e del traffico. Così come la proposta di installazione di un sistema di illuminazione smart, dispositivo che riduce l’intensità della luce in assenza di circolazione. Vi è inoltre la volontà di appropriazione della strada oltre al semplice transito: evocando spazi di sosta ed elementi come panchine, alberature e fontane».

Spazi da valorizzare e da immaginare

I partecipanti hanno pensato alla diversità degli spazi proponendo nuovi luoghi di incontro o indicando di valorizzare alcuni punti strategici esistenti: «In quest’ottica la pianificazione territoriale è un aspetto determinante per favorire gli incontri e l’interazione sociale. Gli abitanti ne sono consapevoli e sollecitano misure proattive. La presenza nel quartiere della Casa dello scambio dell’usato è spesso citata come novità significativa e luogo di aggregazione con un notevole potenziale».

Nell’affrontare alcune ipotesi di possibili interventi, i residenti hanno evidenziato l’importanza di spazi verdi fruibili, preservando quelli esistenti e immaginandone ulteriori, dando loro anche dei contenuti tematici come valore aggiunto. «Emblematico il consenso “intergenerazionale” raggiunto nelle discussioni per la parcella comprendente la scalinata pedonale in pietra che scende dalla chiesa di San Fedele, costeggiando un vigneto. Uno spazio identificato da numerosi bambini e adulti come possibile luogo da rivalutare. Una riqualifica pensata salvaguardando la vigna e contemporaneamente aprendo lo spazio, posando alberi da frutta, panchine e pure, come suggerisce un gruppo di scolari, casette per insetti. Si verrebbe così a creare un accogliente luogo di sosta per ammirare la natura. Richiamando anche il senso di quel percorso antico tra il centro storico del villaggio, il sagrato della chiesa e la sottostante campagna».

La necessità di una visione di insieme

Indipendentemente dalla fattibilità di tutte le singole misure evocate, il messaggio dei partecipanti allo studio è inequivocabile: «Serve una visione di insieme del quartiere. Non per tornare al passato, ma per pianificare il futuro con maggiore equilibrio tra quantità e qualità».

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