Locarnese

Someo-Riveo, i ciclisti viaggeranno in... carrozza

Per la tratta 8 trasformato in percorso ciclabile il sedime un tempo occupato dai binari: in zona Rì delle Sponde la curva stradale verrà modificata

16 febbraio 2024
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Si avvicina, a grandi passi, il completamento della pista ciclabile di interesse cantonale della Vallemaggia, tra Locarno e Cavergno. Sono infatti in pubblicazione la domanda di dissodamento e gli atti espropriativi relativi alla tratta 8, tra gli abitati di Someo e Riveo (Zona Ranch-Pezze dei Saleggi, in territorio di Maggia). Ente promotore dell’opera, lo ricordiamo, è il Dipartimento del territorio. Eventuali opposizioni o domande di modifica del progetto dovranno essere trasmesse entro il 12 di marzo. A lavori ultimati, i patiti delle due ruote disporranno di un percorso particolarmente sicuro, quasi completamente separato dalla strada cantonale (resterà da risolvere il nodo di Tegna-Ponte Brolla, dove la ciclopista per qualche centinaio di metri corre, oggi ancora, lungo la cantonale).

Il Consiglio di Stato, un anno fa, ha licenziato il messaggio concernente lo stanziamento di un credito netto di 2,7 milioni di franchi e l’autorizzazione alla spesa totale di 5,35 milioni per la realizzazione della tratta compresa tra Someo e Riveo (misura del Programma d’agglomerato del Locarnese di terza generazione PALoc3).

Una sinergia suggestiva grazie alla riconversione

Per molti lascito di un passato superato, per altri invece sono oggi strumento di una “nuova” mobilità. Parliamo delle linee ferroviarie abbandonate e, nello specifico, del tracciato dell’ex Valmaggina, il vecchio collegamento ferroviario a scartamento ridotto da Ponte Brolla a Cavergno, che, in disuso dagli anni Sessanta (esempio concreto che un’affrettata e controversa dismissione non fu scelta azzeccata e ‘politicamente corretta’), tornerà vivo e fruibile pur se in un’altra forma.

La tratta oggetto della domanda di dissodamento, di una lunghezza complessiva di circa 1,5 km, si sviluppa infatti interamente sul sedime lungo il quale correva, un tempo, il trenino, seguendone fedelmente il percorso (potenzialmente recuperabile e del quale qua e là è ancora possibile intravedere i muri di sostegno). Il progetto elaborato offrirà pure l’occasione per eseguire lavori di risanamento della strada cantonale, intervenendo laddove necessario sulla pavimentazione con dei rappezzi puntuali, adeguando infrastrutture e canalizzazioni sotterranee e correggendo la curva a gomito in zona cascata delle Sponde. L’attuale percorso ciclabile, infatti, oggi si interrompe all’uscita di Someo (per chi pedala in direzione di Cevio) obbligando i ciclisti a immettersi sulla cantonale attraverso la quale poi si giunge fino al nuovo raccordo di Riveo. La soluzione proposta, molto più sicura, invece, li vedrà pedalare separati altimetricamente dalle automobili, sfruttando come detto il tracciato del treno, sopraelevato rispetto alla carreggiata grazie ai veri muri a secco. Manufatti in ottimo stato di conservazione che i progettisti e il consulente architettonico hanno pensato bene di preservare, in modo da non intaccare l’estetica del luogo. Laddove, come nel tratto terminale all’altezza della curva in zona Sponde, la ciclovia (larghezza 3 metri, pavimentazione in asfalto) e la strada si affiancheranno, la separazione sarà assicurata dalle barriere in metallo. La segnaletica orizzontale e verticale richiamerà l’attenzione di ciclisti e conducenti.

Zona Rì delle Sponde, si corregge la curva

Uno dei punti delicati del raccordo in questione è l’attraversamento del Rì delle Sponde, assicurato oggi da due ponti ad arco in pietra, uniti fra di loro. Quello stradale verrà rifatto e sostituito con un manufatto nuovo e, in seguito, diviso da quello dell’ex Valmaggina che accoglierà i cicloturisti. Questo cantiere consentirà al Cantone di correggere il raggio della curva (oggi a gomito) stradale, il tutto senza intaccare l’area golenale protetta e migliorando il passaggio della fauna (anfibi in primis) attraverso l’alveo. Opere che da quest’ultimo punto di vista sono state progettate sentendo il parere dell’Ufficio della natura e del paesaggio. Due parole anche sulla tempistica: stando ai piani in consultazione, i lavori verranno eseguiti a tappe, in modo da non intasare troppo il traffico (un semaforo regolerà il passaggio). La durata del cantiere dovrebbe essere di circa 14 mesi.

L’inaugurazione di questo tratto della ciclovia costituirà l’ennesimo virtuoso esempio di economia circolare, di riuso in chiave verde di un tracciato ferroviario (con i suoi ponti sulla Maggia, le vecchie stazioni e una piccola galleria, importante patrimonio culturale e architettonico) che modifica la sua originaria funzione conservandone alcune missioni, come la valorizzazione del territorio, stavolta in chiave di mobilità turistica dolce e sostenibile. Della finalizzazione, tratto dopo tratto, della ciclopista della Vallemaggia, rilevava lo scorso marzo il governo nel suo messaggio, potranno beneficiare sia la popolazione, sia i numerosi turisti che visitano la regione, dal momento che si tratta di uno dei percorsi ciclabili che tocca uno dei territori più affascinanti del Sopraceneri. Stando ai dati del 2021, nei mesi estivi ad Avegno si sono infatti registrati in media oltre 500 passaggi al giorno, con picchi di 1’065 transiti in una sola giornata.

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