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Risorge la Bottega dei Monti: sarà negozio a ‘trazione’ sociale

Dopo la notizia della chiusura, la reazione del Municipio cittadino e l'impegno preso a cuore dalla Fondazione il Gabbiano di Edo Carrasco

Ad aprile tornerà così
6 febbraio 2024
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Le avevamo lasciate sulla soglia, idealmente con le chiavi in mano per chiudere definitivamente la porta della Bottega e consegnare ai posteri una lunghissima esperienza umana e professionale, ma anche tutti gli improbi sforzi effettuati onde evitare che il declino portasse alla cessazione dell’attività. Sforzi che purtroppo non erano bastati. Tuttavia, nella vita a volte succede l’imponderabile. Così oggi le ritroviamo con un pieno di speranza e anche di gratitudine verso l’ente pubblico e la Fondazione il Gabbiano, da una cui ispirata iniziativa prende avvio il progetto di rinascita della Bottega dei Monti.

Loro sono Monica Mandarano e Melania Gigliotta, le socie e gerenti dell’ormai defunta Bottega. Le avevamo, appunto, raggiunte nel marzo dell’anno scorso quando contavano i giorni prima della triste ma inevitabile chiusura del negozio. Un anno dopo, la Bottega si riattiva e sarà il fulcro di un progetto sociale lanciato, cofinanziato e coordinato in parte dalla Fondazione il Gabbiano e sostenuto anche dalla Città di Locarno. Alle redini, come prima (ma ben accompagnate) Monica e Melania.

Il famoso latte versato

La notizia della chiusura, pubblicata sulla ‘Regione’, aveva fatto discutere parecchio in collina soprattutto visti i precedenti: se ogni abitanti dei Monti avesse investito anche solo pochi franchi al giorno nel “suo” negozietto, era stato detto, esso sarebbe probabilmente sopravvissuto. Un “mea culpa” era stato pronunciato anche dalla Pro Monti, che con il suo presidente aveva ammesso un’eccessiva passività da parte di una comunità che sapeva delle difficoltà, ma non aveva fatto abbastanza. La stessa Mandarano, presa la decisione, aveva commentato che per oltre 50 anni, sin dall’apertura operata nel ‘67 da suo padre Luigi Petrizzo, la Bottega è stata un punto di riferimento e di aggregazione per tutte le fasce di popolazione, dai bambini agli anziani. I problemi non mancavano, ma in qualche modo si riusciva sempre a farvi fronte; poi era arrivata la pandemia, dalla quale non ci si era più risollevati.

La reazione del Municipio

Ebbene, dopo l’articolo qualcosa si era mosso a livello di coscienze, prima che istituzionale. Unitamente al sindaco Alain Scherrer, residente proprio ai Monti, si era mossa la capadicastero Giovani, Cultura e Socialità, Nancy Lunghi: «In effetti – ricorda – dopo la notizia della chiusura della Bottega dei Monti, che svolgeva anche un ruolo di servizio postale, il Municipio si è chinato sulla questione per discutere l’esigenza di continuare a garantire un’attività di prossimità nel quartiere collinare. Ci siamo così rivolti ad alcune istituzioni di risaputa esperienza, ottenendo infine un riscontro positivo dalla Fondazione Il Gabbiano, che ci ha presentato un progetto di rilancio molto interessante. Infatti, oltre a ridare linfa all’attività dei gestori che avevano dovuto chiudere i battenti alcuni mesi fa, offrirà anche opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro per persone, in particolare giovani, in assistenza o in Ai. Su queste basi si è trovato un accordo e vi sarà anche una partecipazione della Città».

Partecipazione che a preventivo viene quantificata in 10mila franchi all’anno, per due anni, per “un progetto che prevede la collaborazione fra l’attuale ditta e la Fondazione Il Gabbiano per dare vita a un progetto sociale, mantenendo in vita un luogo importante per il quartiere e permettendo alle persone che vivono nella zona di beneficiare di uno spaccio di prossimità e con l’obiettivo di diventare sostenibile, a livello finanziario, nel tempo, oltre che di offrire nuove opportunità di lavoro e inserimento”.

Un ideatore e un benefattore

Edo Carrasco, con la sua Fondazione Il Gabbiano, è nel caso specifico – come in diversi altri, a dire il vero – la persona giusta al posto giusto: «La notizia della chiusura del negozio aveva provocato una reazione nel Municipio di Locarno, che mi aveva poi contattato chiedendomi se vi fosse la possibilità di dar vita a qualcosa di un po’ diverso, cercando di integrare, come del resto facciamo da anni, un progetto che coinvolgesse in particolare dei giovani a livello occupazionale. Pertanto ci siamo mossi e adesso possiamo dire che fra pochi mesi, indicativamente ad aprile, la Bottega riaprirà».

Il progetto di rilancio – reso possibile dal provvidenziale intervento finanziario di un benefattore che sostiene la Fondazione – prevede un intervento di ristrutturazione ma anche una diversa organizzazione interna, nella quale come detto sono incluse anche le due gerenti della Sagl precedentemente attiva. «L’obiettivo è dunque sistemare ciò che va messo a posto nella struttura, e poi sviluppare i contenuti, intesi come prodotti, lavorando con e sul territorio – commenta Carrasco–, magari riducendo il numero di articoli. Vorremmo anche puntare su “requisiti” come il chilometro zero, in modo che il negozio abbia una ragione di esistere quale valida alternativa alle grandi superfici di vendita. È stata inoltre elaborata una convenzione fra le signore che gestivano la Bottega e la Fondazione, in base alla quale noi ci impegneremo da una parte a impiegare giovani che hanno bisogno di inserirsi professionalmente, sperimentando il mondo del lavoro; e dall’altra a stimolare la rete locale (Comuni, privati e fornitori coinvolti) ad aiutarci a valorizzare tutta l’operazione, per la quale abbiamo ancora bisogno di aiuto (chi è interessato a sostenere può scrivere a contact@fgabbiano.ch). Per noi si tratta di dare vita a realtà sociali che vanno oltre l’azione dell’acquisto e tocchino aspetti come la socializzazione, l’incontro, lo scambio, l’integrazione e la sostenibilità ambientale e sociale». Questo, anche grazie al progetto... nel progetto (che tutti vogliono, ma che ancora dev’essere ufficializzato) di riattivare in loco il servizio di Agenzia postale.

La gioia dell'ex – e futura – gerente

La prima a rallegrarsi per l’inattesa svolta è ovviamente Monica Mandarano. Raggiunta da laRegione, l’ex (e futura) gerente della Bottega nota innanzitutto che «la prospettiva di riaprire dopo la batosta della chiusura ci dà tanta gioia. Con Melania contiamo di dare il nostro contributo nel corso dei prossimi anni, con la speranza che una volta che lasceremo, l’attività sarà lanciata e chi lavorerà con noi potrà poi proseguire sull’onda. Si tratta di un progetto molto interessante, che coinvolge dei ragazzi, e tutti vogliamo che abbia una continuità nel tempo». In vendita, prosegue, «ci saranno prodotti di prima necessità che possano servire il turista in vacanza, che tradizionalmente era una parte importante della nostra clientela. Oltre a ciò, pensiamo a prodotti ticinesi, del territorio, fra cui frutta e verdura di stagione coltivati localmente. Un’altra caratteristica molto interessante sarà lo spazio interno di condivisione, dove le persone potranno incontrarsi e interagire». E allora buon vento, Bottega!

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