Locarnese

Delitto di Avegno, il 21enne non è punibile

Consegnata la perizia psichiatrica sul giovane che lo scorso aprile uccise la madre

Ha agito in preda a un disturbo psicotico acuto
(archivio Ti-Press)
6 settembre 2022
|

Il 21enne che, nella notte tra il 10 e l’11 aprile scorsi, uccise la madre ad Avegno non è punibile. È questa la conclusione a cui giunge la perizia psichiatrica sull’autore del delitto.

Come anticipato dalla Rsi, secondo lo specialista – il dottor Carlo Calanchini – il giovane quella sera ha agito in preda a un disturbo psicotico acuto, dovuto probabilmente a una malattia soggiacente.

L’autore del delitto ha ammesso i fatti: non c’è stata nessuna lite tra lui e la madre e neppure un movente preciso. Aveva assunto della cannabis e ha colto la vittima nel sonno, quando era sdraiata nel letto, colpendola ripetutamente alla testa (con diversi oggetti) e alla schiena (con un coltello da cucina).

A spingerlo sono stati diversi fattori, riconducibili a uno scompenso psichico talmente forte da renderlo totalmente incapace di valutare il carattere illecito dei propri atti e di agire secondo tale valutazione.

Come stabilito dalla procedura, sul caso si esprimerà ora il Tribunale penale, che dovrà decidere quale sarà la misura terapeutica da adottare nei confronti del 21enne, difeso dall’avvocato Maria Galliani. Stando al rapporto trasmesso alle parti, la terapia inizialmente dovrebbe consistere in un trattamento stazionario all’interno di una struttura chiusa.

Il 21enne si trova tuttora in carcere. Alla fine di luglio è stato trasferito dalla Farera alla Stampa, in regime di espiazione anticipata della pena.

Scompenso psichico

Ricordiamo che la donna era stata trovata esanime nel suo letto poco dopo l’alba di quel lunedì 11 aprile, nel suo rustico ad Avegno di Fuori. A richiamare l’attenzione dei vicini, uno dei due figli, che già nel corso della nottata aveva dato in escandescenze, poiché in preda a un grave scompenso psichiatrico. Le sue grida avevano buttato giù dal letto verso le 4.30 i vicini, che sulle prime erano riusciti a calmare il ragazzo, ma un paio d’ore dopo avevano dovuto chiamare sul posto polizia e personale sanitario del Salva.

All’arrivo dei soccorsi, poco dopo le 6 del mattino, l’agitazione del giovane era apparsa tanto incontrollabile da renderne poi necessario il ricovero in una struttura psichiatrica. Comunque, proprio il ragazzo aveva indicato che in casa giaceva il corpo senza vita della mamma. La donna presentava evidenti ferite alla testa e alla schiena tanto che gli inquirenti (l’inchiesta penale è stata coordinata dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis) avevano stabilito che la morte della 61enne, ritrovata nel suo letto, era stata causata da terzi. E conferme erano poi giunte anche dalla valutazione autoptica svolta sul cadavere.

Per settimane il 21enne non era stato in grado di rispondere alle domande degli inquirenti che erano riusciti a interrogarlo solo allo fine dello scorso aprile. A quel momento ne era scaturito un verbale che aveva portato alla conferma dell’arresto.

Nel corso del tempo le condizioni del ragazzo erano migliorate, tanto da risultare compatibili con la carcerazione in penitenziario e, dallo stato di arresto all’Osc di Mendrisio, era stato trasferito alla Farera e quindi, durante la scorsa estate, in una cella del penitenziario della Stampa.

Per il giovane, tuttavia, non si prospetta un processo. La perizia psichiatrica, disposta lo scorso mese di maggio dal Ministero pubblico per chiarire il suo stato di salute al momento dei fatti, ha dato un esito chiaro: il 21enne non può essere considerato punibile, ma andrà curato in una struttura specializzata.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE