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Cardada, lotta agli incendi e area di svago col laghetto

Prende finalmente forma lo specchio d’acqua artificiale (ma che sembrerà naturale) che sarà un valore aggiunto per l’Alpe

La zona dell’Alpe Cardada, con la Capanna Stallone in basso
15 febbraio 2022
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Uno specchio d’acqua artificiale, a 1’480 metri di quota, che sembrerà del tutto naturale, incastonato nel territorio, nello scenario impagabile dell’Alpe Cardada, a ridosso dello Stallone, già meta molto gettonata a livello turistico – come tutta la montagna – e in predicato, grazie al laghetto, di diventarlo ancora di più. Ma non solo questo. Anche, e forse soprattutto, preziosa fonte d’acqua in caso di incendi di bosco, per facilitare e velocizzare le operazioni di spegnimento senza doversi approvvigionare dal lago. E in tempi di cambiamenti climatici spinti, con periodi di siccità sempre più lunghi, non è cosa da poco. Anzi, è addirittura necessaria e a conti fatti strategica, se pensata in abbinamento e a sostegno della rete di idranti già esistente.

Dopo anni di attesa sta per concretizzarsi il laghetto multifunzionale inserito ormai 10 anni fa nello studio sulla valorizzazione della montagna sopra Locarno commissionato alla Dionea Sa di Locarno dalla Cardada impianti turistici e dall’allora Ente turistico Lago Maggiore e valli (oggi Organizzazione turistica). I primi passi a livello pianificatorio risalgono al 2014, le licenze edilizie da parte dei Comuni interessati – Minusio e Brione s/Minusio – al 2018 e il definitivo via libera al sostegno finanziario cantonale al settembre 2019. Poi, sui terreni di proprietà del patriziato promiscuo di Minusio, Brione s/Minusio e Mergoscia, si è provveduto con una serie di attività accessorie legate all’approvvigionamento idrico, aspetto estremamente importante ai fini del funzionamento del laghetto.

Il recupero delle Sorgenti Veroniche

Come spiegano il geologo Giacomo Ghielmi e l’ingegnere forestale Adrian Oncelli, di Dionea, si è proceduto a monte con il rifacimento della condotta di captazione esistente dalla sorgente sotto la Cima della Trosa alla Capanna Stallone, in maniera tale da sfruttare i surplus d’acqua per le esigenze del futuro bacino sottostante; mentre a valle vi è stato il ripristino tecnico e dell’ambiente sorgivo naturale delle antiche Sorgenti Veroniche: delle 7-8 originariamente esistenti, un terzo è stato recuperato e vi è stato integrato un sistema di pompaggio alimentato a energia solari, che pure andrà ad “abbeverare” il laghetto, il quale beneficerà anche di un impianto di rigenerazione delle acque, con fitodepurazione, per consentire al bacino di non trasformarsi rapidamente in stagno.

Questo non vuol dire, sottolineano Ghielmi e Oncelli, che al laghetto i turisti potranno chiedere di assumere la funzione di piscina montana. Di principio infatti, per ragioni di sicurezza, non sarà balneabile, ma si presterà comunque per rinfrescarsi al termine o nel bel mezzo di una passeggiata lungo l’estesa rete di sentieri che contraddistingue la montagna.

L’equivalente di una piscina olimpionica

Tecnicamente parlando, la realizzazione di quella che viene definita una “diga a terrapieno” non sarà uno scherzo. Con l’obiettivo di limitare al massimo l’impatto ambientale del trasporto di materiale, il laghetto sarà scavato nel terreno senza utilizzo di materiali provenienti dall’esterno e accompagnato da una gestione meticolosa delle acque. Con parte del materiale di scavo verranno sistemati i numerosi solchi d’erosione presenti sui terreni circostanti, recuperando così anche zone di pascolo. La “vasca”, lunga una sessantina di metri, avrà una capienza di 2’100 metri cubi d’acqua (più o meno l’equivalente di una piscina olimpionica), di cui 1’850 sfruttabili a fini di spegnimento incendi, lungo periodi che in caso di emergenza potranno durare fra i 2 e i 3 giorni.

Quello che assumerà tutte le sue funzioni a partire dalla stagione estiva 2023 viene salutato da Luca Jardini, direttore della Cardada impianti turistici come «uno dei tasselli fondamentali dello studio sulla valorizzazione della montagna, unitamente all’Arca e ai punti panoramici. Dal punto di vista della Cit sarà una “presenza” assolutamente strategica, nonché un ottimo strumento di marketing in quanto, se vogliamo, “lago nel lago” se osservato dall’alto in direzione del Verbano. Si sa che i laghetti di montagna sono sempre molto amati. Ma prima ancora, tengo a sottolinearlo, il laghetto contribuirà ad aumentare la sicurezza su una montagna frequentatissima sia da locali, sia da turisti. In caso di incendi avremo dunque a disposizione un capiente bacino acquifero in casa, evitando così di dover fare minuti di volo per andare ad approvvigionarsi».

L’opera, considera Jardini, non sorgerà nelle immediate vicinanze degli impianti di risalita. «E questo non sarà un male, perché inviterà gli utenti a spostarsi di più lungo tutto il fronte montano, per arrivare infine a godere di uno spazio naturalistico di refrigerio, posizionato oltretutto in una zona panoramica di bellezza incomparabile, già munita di un apprezzato punto di ristoro e contraddistinta dalla croce dell’Alpe Cardada, che già di per sè è un attrattore turistico».

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