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Nell’inferno del litigio, l’angioletto è un orsacchiotto

Liti domestiche, singolare iniziativa della Polcomunale di Locarno: agenti ‘equipaggiati’ di peluche per calmare i bimbi piccoli

Un grazioso amico cui aggrapparsi
11 febbraio 2022
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Orsacchiotti di peluche donati dagli agenti ai bambini che si ritrovano in mezzo a situazioni di conflitto familiare. Lo scopo: distogliere l’attenzione dei piccoli rispetto al brutto momento che stanno vivendo, e infondere, con l’orsacchiotto, tranquillità e sicurezza rispetto alla persona del poliziotto. È l’iniziativa della Polcomunale di Locarno, che, preso atto degli ottimi risultati sortiti da un’esperienza del genere effettuata dalla polizia olandese, ha deciso di equipaggiare i veicoli degli agenti con i graziosi plantigradi (tra l’altro con tanto di giubbetto della Polcomunale).

“Le frizioni a livello familiare sono in crescendo anche a seguito delle restrizioni dovute alla pandemia – premette la Città in una nota –. In questi frangenti la tensione fra le parti è spesso elevata e l’intervento della polizia, che ha lo scopo di scongiurare una escalation di possibili violenze verbali e fisiche, può ingenerare nei bambini ulteriore preoccupazione e paura. Il gesto di donare un orsetto di peluche da parte degli agenti che intervengono ha lo scopo di cercare di distogliere l’attenzione dei piccoli da quanto successo, convogliandola su un oggetto che esprime ai loro occhi tenerezza e affetto”. L’azione, viene sottolineato, “permette inoltre di esternare in modo empatico la preoccupazione degli agenti, che a loro volta sono spesso genitori, cercando di infondere nelle vittime un senso di sicurezza e un ricordo positivo in un momento di forte tensione”. Gli orsacchiotti torneranno utili anche in altri contesti delicati, come gli incidenti della circolazione che vedono coinvolti dei bambini, nei casi in cui un bimbo si smarrisce e viene riaccompagnato dai genitori, oppure in altre situazioni particolarmente cariche di tensione in cui possono trovarsi coinvolti i piccoli e che richiedono il conseguente intervento delle forze dell’ordine.

In Ticino una piaga da 1’000 interventi all’anno

Il contesto dei disagi familiari è in Ticino una piaga che da sola racchiude il 43% di tutte le infrazioni di violenza prese in considerazione dalla Statistica criminale di polizia. Nel 2020 (ultimi dati disponibili; quelli del 2021 arriveranno in primavera) gli interventi in ambito domestico sono stati 1’105 e hanno generato 705 decisioni di allontanamento. In questi oltre mille interventi sono state commesse 605 infrazioni (comunque in calo rispetto alle 705 del 2019) in grande maggioranza legate ai reati di lesioni personali semplici, minacce o ingiurie. Spesso, di mezzo ci sono dei bambini, che sempre subiscono in primo luogo dal punto di vista psicologico.

La riflessione di Ilario Lodi, responsabile regionale di Pro Juventute, è particolarmente dolorosa: «Situazioni di conflitto familiare tali da giustificare un intervento di polizia sono, per i figli, assolutamente drammatiche. Chi vi si trova in mezzo vive innanzitutto un conflitto lacerante nel vedere i genitori, che sono la fonte del suo amore, avere contrasti che possono sconfinare nella violenza e vanno quindi in una direzione diametralmente opposta. Il che determina una contraddizione molto profonda. Inoltre, il bambino non riesce a mettere parole su quello che sta osservando, non riesce a elaborarlo in maniera adeguata, non è in grado di dargli un senso». Quanto all’iniziativa della Polcomunale di Locarno, Lodi la saluta come «molto simpatica, su questo non c’è alcun dubbio. Si tratta però di una singola risposta a un problema importantissimo e reale. Non basta evidentemente consegnare un orsetto per calmare un bambino che si trova in una situazione del genere. Sottolineo che anche i poliziotti sono persone che fanno educazione, e hanno in questo senso precise responsabilità. È la stessa funzione di poliziotto che acquisisce in determinati frangenti un nuovo significato. Questo vale già per un controllo a un motorino: dipende sempre dalla valenza educativa o diseducativa che si riesce a dare al gesto».

Un aspetto, questo, evidentemente considerato a fondo anche in polizia, come sottolinea il comandante del Corpo cittadino, Dimitri Bossalini: «Gli agenti sono formati per affrontare gli interventi dovuti a liti domestiche, in particolare per quanto riguarda la gestione delle tensioni fra uomo e donna. La consegna dell’orsetto avviene secondo modalità dettate delle esigenze espresse dal bambino con i suoi atteggiamenti, previa autorizzazione dei genitori. Lo scopo è alleggerire, nel limite del possibile, la situazione, calmare il bambino dopo quello che ha dovuto passare. Va anche tenuto conto del fatto che nella stragrande maggioranza dei casi i nostri agenti sono anche genitori, quindi sanno come rapportarsi». Bossalini aggiunge che «nel Corpo c’è una figura deputata alla mediazione e stiamo inoltre implementando nella formazione il concetto dell’empatia nell’ambito della conduzione, che vogliamo sia il più possibile collaborativa. Non abbiamo cominciato da molto, ma ci mettiamo grosso impegno, a partire dal sottoscritto».

A livello cantonale, il tema del coinvolgimento dei minori nel contesto della violenza domestica è trattato nell’ambito della formazione degli aspiranti agenti alla Scuola di polizia, nello specifico nella materia “psicologia di polizia”, capitolo violenza domestica, “il vissuto dei bambini”, e, sempre per la medesima materia, nell’ambito delle procedure d’intervento. L’argomento è trattato per più di 10 ore ad agente sia per gli aspetti di comprensione del vissuto, sia per quelli procedurali. L’obiettivo, sottolinea la Polcantonale, “è formare gli agenti a un corretto approccio al minore: sensibilità, comprensione dei comportamenti e segnalazioni verso le Autorità regionali di protezione”.

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