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Perdita di guadagno, lo sconcerto corre su Facebook

Aiuti Covid e difficoltà burocratiche: l'iniziativa di un commercialista indipendente che in rete raccoglie i problemi e propone soluzioni

Scartoffie
(Ti-Press)
31 dicembre 2020
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Una pagina Facebook per aiutare gli indipendenti a orientarsi nel complicato mondo delle indennità per perdita di guadagno (Ipg) legate alla pandemia, ma anche per creare un sostegno reciproco fra esponenti di diverse categorie professionali.

L’iniziativa nasce a margine dei problemi e dei ritardi riscontrati nella riscossione delle indennità. Del tema la “Regione” si era occupata il 16 dicembre, raccontando l’odissea vissuta da un indipendente a cui, come tanti in Ticino, il coronavirus aveva tirato un colpo mancino, fra l’impossibilità di lavorare, di pagare le bollette e l’attesa di un aiuto da parte dello Stato. Una situazione oggettivamente problematica che due giorni dopo, il 18 dicembre, aveva spinto le autorità a modificare i criteri per l’ottenimento delle prestazioni. La tanto discussa asticella del 55% di perdita di guadagno sulla cifra d’affari del periodo compreso fra il 2015 e il ’19 è infatti stata abbassata al 40 per cento. Questa diminuzione entrerà in vigore per tutti a partire da gennaio, mentre per dicembre chi può attestare una diminuzione della cifra d’affari variabile fra il 40 e il 54% ha sì diritto a un’indennità, ma soltanto per il periodo compreso tra il 19 e il 31 del mese. Nel caso invece di una diminuzione pari o superiore al 55%, il diritto sussiste per tutto dicembre.

Tuttavia, il contesto rimane complicato e non sono mancate le reazioni di malcontento. Ecco allora che Luca Moretti, lavoratore indipendente nel ramo finanziario, attivo nel Locarnese, ha pensato di estendere la conoscenza dei meandri della burocrazia al territorio dei social, segnatamente creando la pagina Facebook “Lavoratori indipendenti e piccole imprese in Ticino”.

«Ho deciso di aprire una pagina Facebook prima di tutto per potermi esprimere sulle problematiche che affliggono tutta la categoria e per aiutare altri indipendenti ad affrontare questo duro momento – dice Moretti –. L’idea iniziale era di creare una bacheca d’incontro virtuale dove i lavoratori potessero interagire e aiutarsi a vicenda, tramite degli scambi reciproci». Insomma, una sorta di piccolo ecosistema virtuoso a circuito chiuso, dove i vari indipendenti possono scambiarsi prestazioni e tirare avanti, senza far fallire la propria attività. Un sistema che ha funzionato, ma che ben presto si è evoluto in un’ulteriore richiesta di aiuto.

Quel formulario rifatto per tre volte

«Quando la Confederazione ha deciso di stanziare questa tipologia specifica di indennità per far fronte al virus, ho notato che molti erano in difficoltà, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto amministrativo – prosegue Moretti –. Non è evidente per tutti scaricare un formulario e compilarlo nella maniera corretta. Tante persone non sapevano come fare, si affidavano a commercialisti (che se ne approfittavano) oppure rischiavano di non poter ricevere le indennità. Così ho deciso di aiutarli, fornendo informazioni e i formulari necessari, il tutto senza farmi pagare un centesimo».

Durante la prima ondata, per quanto riguarda l’erogazione delle Ipg Corona, le cose erano filate via lisce. I veri problemi e i ritardi sono giunti con la seconda ondata. «Da una parte – per Moretti – le autorità hanno voluto rendere più difficile il tutto per scoraggiare l’indipendente a far domanda; e questo, a parer mio, per cercare di arginare eventuali abusi. Dall’altra, c’è stata anche tanta confusione nelle varie casse di compensazione. Solo per dirne una, il primo formulario di novembre è stato rifatto per ben tre volte, perché sbagliato, e questo ha allungato i tempi. Sono certamente critico, ma capisco anche che la situazione in cui ci troviamo è straordinaria e non è facile reagire nel modo più adeguato».

L’indipendente, però, tiene a sottolineare che questi atteggiamenti hanno anche avuto un effetto boomerang, favorendo il lavoro nero, le truffe e portando malumori e sfiducia verso le istituzioni; fattori, questi ultimi, che spesso si traducono in aggressività o addirittura in negazionismo del virus. Alcuni degli ultimi “post” lo dimostrano.

Ma la questione dell’Ipg è solo una minima parte della tematica. «Il virus non ha creato dei nuovi problemi, ne ha solo fatto da cassa di risonanza. Il tessuto economico ticinese era già compromesso prima», afferma Moretti. Che continua: «Abbiamo già perso la Pasqua e ora ci è toccato pure il Natale. Il periodo che precede le festività è sempre quello più florido per noi, perché la gente è propensa a spendere. Con queste mezze misure abbiamo perso la fonte di guadagno più importante dell’anno e, cosa più importante, il virus non si è fermato. Le indennità Ipg non basteranno a rimediare al “bagno di sangue” economico che ne consegue. Bisogna studiare un sistema di ripresa economica che permetta la ripresa per i piccoli imprenditori. La Svizzera non è un paradiso, smettiamola di illuderci. Spero che la nostra classe politica, e non solo lei, prenda lezione da tutto ciò per il futuro».

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