Locarnese

Locarnese, l'Alvad più forte del coronavirus

L'emergenza sanitaria ha messo a dura prova il lavoro degli operatori sul terreno e i rapporti con l'utenza. Il 2019 conferma la solidità finanziaria dell'ente

16 giugno 2020
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L'emergenza coronavirus ha rappresentato un duro ostacolo da superare anche per chi, come l'Alvad, si occupa di assistenza e aiuto domiciliare. Alle richieste quotidiane di aiuto in continuo aumento, in questi mesi, si è infatti aggiunta un'avversaria sin qui sconosciuta: la paura del contagio, che ha toccato, in egual misura, personale di cura e utenti.

Pochi casi di contagio tra il personale

«In questa situazione, con Ospedale regionale e Clinica Santa Chiara completamente (o parzialmente) votati alla cura dei casi di covid-19, centri diurni chiusi, case anziani sotto stress per la mancanza di supporto esterno dei parenti agli ospiti - ha spiegato il dottor Stefano Gilardi, presidente dell'Alvad, in occasione della presentazione del consuntivo - le misure di sicurezza hanno funzionato ottimamente. Pochissimi i casi di contagiati tra il personale, se si pensa che potevamo essere un potenziale vettore di trasmissione dell'epidemia. Su 150 dipendenti al proprio servizio, l'Alvad ha registrato solamente 3 casi di malattia e due sospetti (tenuti in quarantena). Abbiamo sfatato la paura, non abbiamo creato casi di contagio e, garantendo il prezioso servizio ai pazienti a domicilio (a questi ultimi va aggiunto anche anche un numero importante di pazienti oncologici dimessi all'ospedale), sicuramente abbiamo contribuito a proteggerli dai rischi".
Particolarmente importante, ha ricordato la direttrice sanitaria dell'Alvad, Marina Santini, è dunque stato il sostegno mentale assicurato al personale curante e alle collaboratrici in generale durante questi mesi difficili. Com'era prevedibile, sin dai primi giorni è infatti subentrata una certa insicurezza, un timore del male, ma questo non ha creato un fuggi fuggi di personale o assenze dal posto di lavoro. «Grazie a un intenso operato "dietro le quinte" e a una struttura solida, condotta da dirigenti capaci e sensibili, l'Alvad ha retto il colpo» - ha aggiunto Gilardi.

In un decennio un'impennata dei casi seguiti e delle prestazioni erogate

Ai delegati, l'Alvad intanto sottopone un conto consuntivo 2019 promettente sotto tutti i punti di vista. A cominciare dal numero dei casi seguiti, passato in un decennio da 1125 a 2025 (variazione dell'80%). Sono letteralmente esplose, nello stesso arco di tempo, le ore di prestazioni erogate (da 56mila a 146mila!) e gli interventi effettuati (da 81mila a 274mila). Logico pensare che una simile impennata del lavoro abbia comportato anche una crescita irrefrenabile dei costi di gestione. Ma non è così. La prova la fornisce la media per caso, che si aggira sui 6000 franchi. Cifra ben al di sotto della media cantonale e di quella nazionale. Efficacia ed economicità fanno dunque parte del DNA di questa istituzione il cui operato - lo si è visto ancora di recente, proprio durante l'emergenza sanitaria - passa spesso dietro (e non sotto) i riflettori dei media.

Back office e micro-équipe

Un notevole sforzo viene compiuto per accrescere il grado di efficienza. Il direttore generale dell'Alvad, Gabriele Balestra, conferma come il sistema informatico funzioni alla perfezione, consentendo interazioni con altri servizi. Ma una delle carte vincenti escogitate nella sede del Centro di Pronto intervento della Morettina (in attesa di quella nuova) sta nella creazione delle micro-équipe. Dal profilo medico e qualitativo costituiscono la miglior risposta ai bisogni del paziente e della sua cerchia familiare.
Gilardi si è spinto oltre, caldeggiando un messaggio politico: la collaborazione con gli enti esterni (come i Comuni, le case anziani, i centri diurni, la Spitex, gli infermieri privati, ecc...): «Occorre arrivare a un sistema di reti integrate extraospedaliero nel quale il know-how degli uni può essere messo a disposizione degli altri, nel quale la collaborazione esca rafforzata. In altri Cantoni della Svizzera, questo è già realtà. Noi dobbiamo fare di meglio».
Due parole, per concludere, sul risultato economico nudo e crudo. L'Alvad, ha dichiarato il suo presidente, vive una situazione finanziaria estremamente solida. (Ri)versa al Cantone parecchio denaro (in dieci anni 4,4 milioni in sussidi sono tornati, dal Locarnese, nelle casse dello Stato; a questi va aggiunto un ulteriore milione messo sul tavolo per progetti del Cantone). Le riserve dell'associazione si aggirano sui 5 milioni di franchi e serviranno alla costruzione della propria sede, per la copertura di eventuali deficit funzionali e per accrescere la qualità dell'offerta.

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