Locarnese

Salva Monte Brè: 'Serata fiasco, promotori sprezzanti'

L'associazione accusa i rappresentanti della società di non avere risposto alle numerose domande. 'Ci opporremo in tutti i modi alla domanda edilizia'

23 gennaio 2020
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“Un fiasco monumentale per i promotori, Aedartis (già Augur Invest)”. Così 'Salva Monte Brè definisce, in una nota stampa, la serata svoltasi martedì al Palacinema, in cui “hanno dimostrato la portata del loro disprezzo per la gente della regione”

In un lungo comunicato inviato ai media, 'Salva Monte Brè' rileva che “i promotori si sono rifiutati di rispondere alle domande essenziali, quelle che noi stessi poniamo da più di un anno e che il pubblico ha ripetuto: e la strada, durante e dopo la costruzione? E la fornitura di acqua per l'hotel, i due ristoranti e la spa? O l'uso dell'elicottero? A queste domande è stato risposto in un solo modo: 'nessun commento' o 'non lo sappiamo ancora' o 'è un dettaglio che non importa'. Si potrebbe pensare che il progetto sia ancora lontano dalla sua conclusione. Eppure i promotori hanno anche annunciato che la domanda di concessione edilizia sarebbe stata presentata entro 10 giorni. Quando gli viene chiesto perché non condividono più dettagli, il loro avvocato risponde che nessuno è interessato a vedere 140 pagine di planimetria, e che dobbiamo andare a guardare la domanda di concessione edilizia solo dopo che è stata presentata. Alla domanda su come intendano ottenere la licenza edilizia, ora che la Zona di Pianificazione è in vigore, rispondono che non li riguarda, che non cambia nulla e che la Zona di Pianificazione non ha per loro alcun effetto vincolante. Quando gli viene chiesto come pensano di poter commercializzare i loro "apart-hotel" quando tanti altri progetti sono falliti nella regione, rispondono che lavorano con una società di marketing internazionale che sa esattamente cosa fare per far sì che il progetto abbia successo. Quando viene loro fatto notare che i loro modelli e i loro progetti, che dovrebbero mostrare l'integrazione armoniosa del loro maxi-resort a Monte Brè, non rappresentano le vere case di Brè, ignorano la questione, che non considerano rilevante. Quando viene chiesto loro il prezzo al quale intendono commercializzare il metro quadrato a Brè, si rifiutano di rispondere. Quando viene chiesto loro cosa intendono fare della seconda metà del terreno acquistato a Brè (oltre 15mila metri quadri che non fanno parte del progetto in corso), si rifiutano di rispondere. Quando gli viene chiesto se usano la tecnica del salame, si rifiutano di rispondere. Alla domanda quale sia il rapporto tra Monte Brè e Val Bavona (che pretendono di utilizzare come base per definire il carattere "autentico" del loro maxi-resort), non rispondono. Quando gli è stato chiesto, dato che la parola "integrazione" è stata ripetuta più volte, perché non hanno fatto la loro presentazione in italiano (anche se hanno personale che parla italiano), il CEO ha risposto che parla già 6 lingue e che non ci si può aspettare che sappia l'italiano. Come evidentemente non sapeva l'italiano chi ha realizzato gli slide per la presentazione, che malgrado le poche parole usate è apparsa colma di errori ortografici”.

L'associazione annuncia di attendere con ansia la richiesta di concessione edilizia e di avere tutte le intenzioni, “naturalmente, di utilizzare tutti i mezzi politici, finanziari e intellettuali a nostra disposizione per opporci”.

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