Locarnese

Luoghi, nomi e memoria di Brione sopra Minusio

La ricerca è stata raccolta in un volume di toponomastica, frutto di anni di indagini condotte da Leo Marcollo. Il libro è corredato di immagini d'epoca

Il nucleo di Brione sopra Minusio ©Ti-Press
13 gennaio 2020
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“Case, cascine, stalle, fienili sparsi per ogni dove cadono in rovina, ridotti a un ammasso di pietre. Resiste soltanto qualche muro a secco a testimoniare, ancora per poco, la bravura di chi lo ha eretto. Il bosco, cresciuto a dismisura, ha fagocitato i vecchi vigneti”. Da questo passaggio, ripreso dall’introduzione del libro “Brione sopra Minusio, toponomastica”, emerge una delle ragioni che hanno spinto Leo Marcollo a gettarsi in una ricerca che lo ha occupato per alcuni anni. Il passato – neppure troppo lontano – viene cancellato da uno sviluppo territoriale che ha il difetto di dimenticarsi dei nomi di luoghi, di ripulire la memoria “dell’hard disk” di un’intera comunità. Marcollo, in collaborazione con Claudio Bozzini (cartine e aspetti formali della ricerca) e Maurizia Campo-Salvi (per i testi), quella memoria l’ha rispolverata, ridandole dignità. Il risultato: 516 nomi di luoghi di Brione sopra Minusio, con le coordinate e le descrizioni dettagliate. Ma anche tante immagini storiche e cartine.

Non manca neppure un capitolo (un testo inedito di Thomas Ron, 1975-2015) dedicato ai cognomi delle famiglie originarie della località collinare: Bernardetti, Biondina, Cadlolo, Capus, Consolascio, Fochetti, Franscella, Gianini/Gianone/Gianoni, Lafranchi, Maggetti, Marcollo, Martinetti, Mergozzi, Padlina, Pedrini, Pedroia/Pedroja, Piantoni, Podestà, Sciaroni/Sciarone e Valeggia. Cognomi che in parte sono ancora presenti e in parte sono ormai estinti.

Edifici di pregio

Marcollo, partendo dalla toponomastica, si sofferma pure su alcuni edifici sacri e profani considerati importanti, sia per il valore architettonico e artistico, sia per la rilevanza in ambito sociale. Sempre facendo riferimento alla sua introduzione, l’autore deplora quanto avvenuto negli anni 50 e 60, quando furono venduti a confederati e a stranieri terreni, rustici e case rurali, spesso con tutte le suppellettili. All’interno c’erano anche documenti cartacei, lettere, vecchie foto e oggetti d’interesse etnografico: “Tutto ciò senza rendersi conto che questa distruzione avrebbe provocato un generale impoverimento culturale, storico e artistico”. Ardua quindi la ricerca del materiale per il libro, che però è stata svolta con dedizione e professionalità.

Il libro, edito dalla Tipografia Stazione a Locarno, è stato presentato al pubblico lo scorso 14 dicembre. Può essere acquistato rivolgendosi direttamente a Leo Marcollo, 079 331 34 90.

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