Locarnese

Kursaal Locarno-Casinò, siamo ai precetti esecutivi

Le ingiunzioni di pagamento sono state inoltrate per la metà affitto non pagata e per i mancati contributi alle Fondazioni

19 novembre 2019
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Kursaal Locarno Sa e Fondazioni Cultura e Turismo dissotterrano le loro asce di guerra e reagiscono agli “sgarbi” della Casinò Locarno Sa dopo che questa, unilateralmente, aveva deciso da una parte di pagare soltanto metà dell’affitto alla Kursaal per l’occupazione degli spazi nell’ala adiacente al Teatro (mezzo milione di franchi invece del milione blindato a contratto), e dall’altra di congelare – azzerandoli – i contributi di pubblica utilità alle due Fondazioni. Si tratta di una reazione particolarmente forte perché si traduce in due precetti esecutivi già partiti (da parte della Kursaal e della Fondazione Turismo) e in uno ancora non certo, ma probabile (Fondazione Cultura).
Il braccio di ferro parte da lontano e ha coinvolto prima le Fondazioni e poi la Kursaal. Le prime ne fanno le spese dal 2017, anno in cui la Casinò – confrontata con un progressivo calo di redditività – aveva tagliato i contributi da 400mila a 350mila franchi ognuna, e senza concedere la possibilità di un contraddittorio. Nel 2018, poi, i 350mila franchi erano diventati 300mila (anche in questo caso per decisione unilaterale) e da quest’anno alle Fondazioni non entra addirittura più nemmeno il becco di un quattrino. Sempre quest’anno il rubinetto della Casinò si è parzialmente chiuso anche per la Kursaal, che nei suoi spazi in Largo Zorzi ospita da sempre la casa da gioco: il milione di franchi d’affitto stabilito a contratto – l’equivalente di 83mila franchi al mese – è stato ridotto autonomamente dalla Casinò a mezzo milione, pagato in due tranche.

Nuovi oneri: teorie diverse

Mentre tutto ciò si verificava, tentativi di dialogo erano andati in scena per trovare una soluzione di compromesso che permettesse alla Casinò di rifiatare e alle altre parti di continuare ad incassare se non tutto, almeno una parte di quanto pattuito ad inizio concessione. Si era parlato di un margine di ridefinizione sia dell’affitto (mezzo milione è quanto la Casinò sarebbe disposta a pagare, ma alla Kursaal non basta) sia dei contributi ricorrenti, che tutti sono d’accordo di modulare in base all’andamento degli affari della casa da gioco, ma basandosi su parametri diversi: se infatti la Casinò Locarno ha sempre detto di voler considerare la cifra d’affari lorda, la Kursaal continua a sostenere che dovrebbero far stato gli utili conseguiti. Ma intanto, mentre ci si perdeva in questioni di questo genere, emergeva l’incapacità di intavolare una vera trattativa, che considerasse equamente le reciproche esigenze. Era pertanto inevitabile che prima o poi il bubbone scoppiasse. Cosa che è avvenuta non soltanto con il lungamente minacciato precetto esecutivo fatto emettere dalla Kursaal per la parte di affitto non pagata, ma anche con una seconda ingiunzione di pagamento partita su richiesta della Fondazione Turismo (e nei prossimi giorni la Fondazione Cultura deciderà se fare altrettanto). Si tratta al di là di ogni dubbio di una svolta emblematica dei rapporti estremamente tesi fra le parti. Così nella logorante diatriba si apre un nuovo fronte, i cui esiti sono incerti e potenzialmente pesantissimi: potrebbero infatti andare a lambire il rinnovo della concessione federale, nel 2023, o addirittura determinare un clamoroso trasloco della Casinò verso altri lidi; un’eventualità, questa, che i rappresentanti della casa da gioco hanno sempre escluso, ma che a questo punto sembra poter improvvisamente prendere quota.

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