Locarnese

Attesa a breve da Roma la decisione di alzare il livello del Verbano

Nonostante le perplessità del governo ticinese, più acqua nel Lago Maggiore durante il periodo estivo per scongiurare gli effetti a sud della Miorina di un'eventuale siccità

4 febbraio 2019
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«La convenzione Italia-Svizzera del 1943 non prevede la condivisione dei provvedimenti, ma dispone l’obbligatorietà della comunicazione». Sostiene Claudio Peja, direttore del Parco del Ticino lombardo, dopo che l’annunciato innalzamento del livello minimo estivo del Lago Maggiore a 1,5 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende, ha suscitato la preoccupazione del Dipartimento del territorio, tanto da spingere il Consiglio di Stato a inoltrare una lettera all’Ufficio federale dell’ambiente a Berna e al Ministero dell’ambiente a Roma, a cui spetta la decisione finale, che seppur data per scontata non è stata ancora presa. È comunque attesa per la fine della prossima settimana, in quanto la strada appare tracciata.

L’innalzamento del livello estivo del Verbano, in via sperimentale, era previsto entro il 2020, così come nel giugno 2016 aveva comunicato lo stesso ministero italiano. Un esperimento – si sosteneva tre anni fa – su un modello di simulazione che escludeva rischi di inondazioni. Cosa è cambiato negli ultimi anni se si è deciso di anticipare di un anno tale misura che da (quasi) sempre è al centro di polemiche? «I lunghi periodi siccitosi che si sono succeduti dal 2003 al 2018 – risponde Peja –. Se si esclude il 2014, in tutti gli altri anni abbiamo avuto siccità che hanno causato notevoli problemi. Basti ricordare quanto accaduto lo scorso anno con il fiume Ticino senza acqua per oltre un mese. Problemi che si sarebbe potuto evitare se nel Verbano ci fosse stata l’enorme riserva d’acqua assicurata dal livello minimo a 1,5 metri».

E il rischio di esondazioni?

C’è chi sostiene che con un livello così alto la possibilità di esondazione sarebbe elevata. «Non sono dello stesso avviso per il semplice fatto che nell’ipotesi, peraltro remota come dimostrato dallo storico degli ultimi anni, di abbondantissime precipitazioni disponiamo di strumenti in grado di evitare qualsiasi esondazione», risponde il direttore del Parco del Ticino.

Come? Peja: «Considerato che le previsioni meteorologiche sono sempre più precise anche per periodi di diversi giorni, siamo in grado di abbassare il livello del lago agendo sulla diga della Miorina in modo da prevenire qualsiasi afflusso straordinario di acqua. Disponiamo insomma di strumenti per tenere sotto controllo il livello del Verbano e quindi evitare allagamenti. I veri problemi sono la siccità e la riserva d’acqua derivante dalle nevicate. Una riserva che negli ultimi anni è calata dal 30 al 50 per cento. Nei giorni scorsi a livello di lago avevamo 0 gradi, a 2mila metri la temperatura era a più 9. Una escursione termica che si riflette sulla possibilità di avere nei prossimi mesi una maggior riserva d’acqua di cui hanno un grande bisogno turismo, navigazione, salute per le persone e ambiente, prime fra tutti le biodiversità del parco. Di questo però non si parla mai. Ci si sofferma su ipotetiche esondazioni». La possibilità che già il prossimo 21 marzo il livello estivo minimo del Lago Maggiore possa stabilizzarsi su 1,5 metri allo zero idrometrico di Sesto Calende non piace anche ai titolari dei campeggi del Verbano, in quanto ritengono che possano restringersi le spiagge delle loro strutture turistiche, mentre sembra essere calata la resistenza dei Comuni verbanesi.
Da parte ticinese, invece, si attendono le risposte alle lettere spedite recentemente a Berna e a Roma.

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