Locarnese

Ripari fonici da Giuliani

Investimento di 450mila franchi al centro di trattamento dei rifiuti solidi a Riazzino

7 settembre 2018
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Buone prospettive per le... orecchie degli abitanti nella zona dov’è ubicato il centro di trattamento dei rifiuti solidi a Riazzino, frazione di Locarno, nella zona industriale. Nelle scorse settimane, dopo la concessione della licenza edilizia avvenuta un anno fa, hanno preso il via i lavori per la realizzazione dei ripari fonici. Con un investimento di circa 450mila franchi, i proprietari – i fratelli Mauro e Franchino Giuliani – intendono ridurre le immissioni foniche verso l’esterno, tenuto anche conto delle lamentele che vi sono state in passato da parte della popolazione residente nella zona.

Già agli inizi del 2000, ricordiamo, alcuni abitanti della collina di Agarone avevano promosso una petizione di protesta, con una settantina di firme, che era finita sui tavoli dei Municipi di Locarno e Gerra Verzasca. I firmatari si lamentavano per i continui rumori provenienti dal Piano di Magadino e avevano messo in particolare l’accento su quelli causati dalla ditta Giuliani.

Ora la situazione è destinata a migliorare. Dallo studio fonico allestito dalla ditta EcoControl a corredo della domanda di costruzione risulta che le immissioni foniche nei punti valutati rispetteranno i valori limite di immissione, in ossequio quindi all’Ordinanza contro l’inquinamento fonico. Il capannone può rimanere aperto verso il piazzale nord, così come previsto dal progetto.

Ampia opera di miglioria

Gli interventi di risanamento prevedono la copertura del piazzale ad est dell’attuale capannone, dove si trova il nastro trasportatore, fino al muro di cinta esistente costituito da barriere foniche, con l’impiego di lastre fonoassorbenti e fonoisolanti, per una superficie di circa 25 per 36 metri. Vi sarà anche la chiusura sul lato nord della copertura mediante l’innalzamento della parete perimetrale esistente, con l’impiego di lastre ad hoc. Idem avverrà sul lato est della copertura. Inoltre, è prevista l’eliminazione delle aperture sulla facciata del capannone, dove si trovano i nastri trasportatori. L’ampliamento in atto permetterà non solo di ridurre le emissioni verso l’esterno ma vi sarà anche una riduzione del quantitativo d’acqua trattato dagli impianti disoleatori esistenti. Sul lato sud il capannone sarà prolungato fino al muro di cinta attuale. Ma – viene sottolineato nell’istanza di costruzione – si tratta di un risanamento tecnico atto a migliorare la condizione ambientale e non ad aumentare la superficie di stoccaggio del materiale.

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