Locarnese

Tra latte di riso e topi grassi

A Minusio un progetto di ricerca per sviluppare la proteina Apoa-1 che sconfigge l’aterosclerosi. Incoraggianti i primi risultati

Per sferrare un attacco ai lipidi
3 luglio 2018
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In apparenza, tra topi grassi e latte di riso, potrebbe sembrare una bufala estiva. Invece è una cosa seria, molto seria. Tanto che l’International Journal of Cardiology ha pubblicato lo scorso 13 giugno un lungo articolo per descrivere i risultati ottenuti finora da una ricerca che da Minusio intende svilupparsi verso il panorama nazionale e internazionale. Alla base c’è una società, la Grg Gene Technology Sa, con sede nel comune locarnese. Abbiamo incontrato uno dei membri del Cda, Pietro Busi Mori, che ci ha spiegato come stanno lavorando: «Ci stiamo concentrando sulla proteina Apoa-1, conosciuta da decenni per i suoi effetti anti aterosclerotici e anti infiammatori». Conosciuta, ma non sfruttata: «I costi di purificazione e produzione sono sempre stati troppo elevati per una diffusione terapeutica; inoltre i ricercatori si sono scontrati con le difficoltà di una somministrazione per vena». Così, dopo aver speso milioni di dollari nella ricerca, all’inizio degli anni Duemila investitori e industria farmaceutica hanno gettato la spugna. «Apoa-1 è rimasto, da quel punto in poi, una specie di Sacro Graal per il trattamento dell’aterosclerosi e si trattava di verificare se fosse possibile un altro approccio per avvicinarci alla soluzione dei problemi incontrati fino ad allora». Il biotecnologo Gabriele Romano e il suo mentore Roberto Giovannoni presso il Dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca hanno portato avanti un progetto per valutare, in rilevanti modelli pre-clinici di malattia, se l’Apoa-1 potesse essere prodotto e veicolato in maniera innovativa. E a quel punto è stata fondata la società di Minusio: «Il nostro obiettivo è di dare esecuzione al progetto. Perciò abbiamo assegnato un mandato alle Plantechno per la produzione del latte da piante di riso geneticamente modificate». Piante utilizzate come bioreattori, ovvero come sintetizzatori o produttori di farmaco nel veicolo di somministrazione.


Toccasana per il sistema vascolare
«Il latte di riso, sicuro e non tossico, permette di somministrare l’Apoa-1 alle persone per via orale e le proprietà della proteina restano intatte. Un toccasana per arterie, sistema vascolare e persino per il fegato», continua l’intervistato.


La ricerca è proseguita con gli studi per valutarne il potenziale terapeutico. Così ai topi grassi è stato dato il latte di riso Ogm, mantenendo nel contempo una dieta ricca di lipidi per i roditori. «Il gruppo di Giovannoni dell’Università di Milano-Bicocca, utilizzando il nostro prodotto, ha ottenuto ottimi risultati, recentemente pubblicati sulla nota rivista internazionale di cardiologia e presentati al 18esimo Simposio internazionale sull’aterosclerosi di Toronto. La comunità scientifica internazionale ha accolto favorevolmente i risultati ottenuti finora». Le prossime tappe? «Attualmente stiamo affinando la questione legata all’ottimizzazione dei dosaggi. L’obiettivo è quello di avviare, tra il 2019 e il 2020, uno studio clinico su un campione di circa 300 persone, in collaborazione con centri di cardiologia in Ticino, a Varese e a Monza. In seguito intendiamo sviluppare il prodotto a livello industriale».


Dagli integratori ai farmaci
L’idea è quella di concentrarsi su degli integratori alimentari in un primo tempo e di passare al prodotto farmacologico, che richiede tempi più lunghi, più avanti. «Stiamo anche valutando come preparare la struttura di produzione e, soprattutto, siamo concentrati sul reperimento di fondi e stiamo ampliando le collaborazioni».


Le considerazione conclusive di Busi Mori: «Riteniamo di avere tra le mani qualcosa di molto importante: un prodotto economico (il latte di riso ha costi di produzione molto bassi), con un elevato potenziale terapeutico e un basso tasso di tossicità. Potrà anche essere utilizzato a scopo preventivo, ad esempio in persone con un’elevata predisposizione allo sviluppo di patologie cardiovascolari». Il tutto in modo semplice, come bere un bicchiere di latte...

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