In Ticino la nuova tendenza, tra piccoli lussi e comodità, si scontra con restrizioni, leggi e normative

Una volta c’era solo il campeggio spartano: una tenda, un materassino per terra, un fornelletto a gas e la totale immersione nella natura. Ma il mondo cambia e oggi la nuova tendenza si chiama “glamping” (glamour-camping). Pur mantenendo il fascino del vivere all’aria aperta, offre qualche agio in più. Una delle strutture che ha deciso di intraprendere questa strada è il ‘Campeggio Melezza’ a Losone, tra la riva dell’omonimo fiume e la strada che porta a Golino. Da quattro anni la struttura è diretta dai nuovi proprietari, Manuela e Nicolas Pittet (lui è vicepresidente dell’Associazione svizzera dei campeggi). Due bienni di cambiamenti radicali. Poco oltre la barriera dell’entrata sorge una sorta di mini villaggio con dieci pod mobili, moderne costruzioni in legno, di piccole dimensioni, all’interno delle quali si trova un letto doppio. «Chi ama la tenda continuerà a usarla: altri che invece desiderano qualche comodità extra si orientano verso i pod – spiegano –. Uno stratagemma per avvicinare nuovi turisti al campeggio, che per il resto mantiene intatta la sua anima, con una vita all’aria aperta, condivisa con gli altri ospiti». La clientela che preferisce le mini costruzioni? «È variata: dalla coppia giovane, alla famiglia, da chi ama le due ruote, ai pensionati. Senza dimenticare i proprietari di cani». Il prezzo è di circa 70 franchi al giorno.
Al “Melezza” sono stati pure installati il wi-fi («È la prima cosa che ci chiedono i giovanissimi, quando arrivano da noi») e un grande schermo per proiezioni serali di cartoon e documentari. «Stiamo valutando l’acquisto di un veicolo per proporre gite e la posa di una sauna a forma di botte». L’idea di tende sospese agli alberi o di altri alloggi che possano divertire e attirare resta invece in un cassetto.
Restrizioni anti-creatività
Da una parte ci sono le nuove tendenze, dall’altra c’è la creatività che è una delle qualità imprescindibili per chi si occupa di turismo. Ma tra il voler fare e il fare ci sono di mezzo normative che, per i campeggi, concedono poco spazio alla fantasia. Oltre al “no” che blocca le tende sospese, nelle strutture ticinesi solo il 30 per cento degli spazi può essere destinato a strutture affittate tutto l’anno (roulotte o bungalow su ruote) e che sono indispensabili per far tornare i conti. I dieci pod spuntati a Losone sono considerati alla stessa stregua, anche se in verità vengono affittati a giornata, non annualmente. E ancora: «Artigiani, architetti e artisti mettono sul mercato proposte interessanti: casette dei troll o come quelle dei personaggi dei fumetti. Ma per posarle bisogna inoltrare una domanda di costruzione che attualmente, oltre che essere sottoposta a forti limitazioni, richiede un importante disbrigo cartaceo. In altri cantoni svizzeri c’è maggiore libertà. Speriamo che pure in Ticino, con l’aiuto dei politici, le cose cambino». Ricordiamo che il settore è uno dei capisaldi del turismo. Nel nostro cantone, con la zona del Lago Maggiore (Tenero in testa) che fa da traino, nel 2017 sono stati più di 746mila i pernottamenti registrati e circa 280mila gli ospiti stagionali; il che si traduce in un incremento dell’11,5 per cento rispetto all’anno precedente (nel 2016 l’aumento si era fermato al 6,2 per cento). Secondo lo studio “L’impatto economico del turismo in Ticino”, presentato nel 2015 dal Dipartimento finanze ed economia, l’indotto annuo generato sul territorio dai campeggi è pari a 76 milioni di franchi.