Locarno

Palacinema, supercautelare 'rischiatutto'

Ombre nere sul Palacinema
9 giugno 2017
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Un’istanza supercautelare è stata depositata ieri mattina alla Pretura di Locarno-Città per “sospendere l’esecutività della risoluzione del Cda della Palacinema Locarno Sa relativa al bando di concorso per la locazione degli spazi cinema e bar al Palazzo del cinema”. L’ha firmata l’avvocato Mauro Belgeri per conto della cordata Swiss e-motion GmbH/Bargest Sa, che aveva partecipato al concorso pubblico per l’appalto, poi affidato alla Enjoy Arena. Se l’istanza dovesse sortire l’effetto auspicato, per il Palacinema e la sua Sa sarebbe un problema serio: all’inaugurazione della struttura manca circa un mese e nemmeno due ne mancano all’apertura della 70ª edizione del Festival internazionale del film di Locarno. Enrico Manfredini per la Swiss e-motion e Giuseppe Pascaretta per la Bargest Sa, raggiunti dalla ‘Regione’, sostengono di aver agito «per una questione di principio, di correttezza e di trasparenza». Questo, soprattutto in relazione a due elementi che determinerebbero «un pesante conflitto di interessi».

Il primo elemento è legato al direttore della Palacinema Sa, Michele Dedini, che a Registro di commercio risulta come presidente della Enjoy Ticino Sa, ovverosia il gruppo dei fratelli Alessandro (ora non più nel Cda) e Claudio Fuchs (membro), la metà locarnese del connubio che con la Arena Cinemas Ticino Sa ha dato vita alla Enjoy Arena. Il secondo elemento critico lo si trova proprio nella Arena Cinemas, dove fra i membri con firma collettiva a due c’è Peter Hellstern. Peter è fratello di Martin, che con i 10 milioni di franchi donati dalla sua Fondazione Stella Chiara aveva dato un impulso fondamentale alla creazione della Palacinema. E lo aveva fatto ribadendo a più riprese di chiamarsi fuori da ogni pretesa riguardante la gestione delle sale cinematografiche.

‘Doppio conflitto di interessi’

Per Manfredini e Pascaretta «si tratta con ogni evidenza di un doppio conflitto di interessi che non può essere accettato». E c’è anche dell’altro, nell’istanza supercautelare. Sono elencati “5 vizi di forma”, il primo dei quali riguarda una presunta “mancata applicazione dei dispositivi della Legge sulle commesse pubbliche” poiché “si è crassamente tentato di privatizzare ciò che è invece in buona parte pubblico, ovverosia del contribuente” (e più avanti si ricorda che di denaro pubblico nella struttura ve n’è per 22 milioni). Altri vizi di forma sono inerenti alla “palese violazione dei diritto di essere udito”; all’assegnazione della delibera “a una società in costituzione”; e all’assenza, nel bando di concorso, “dei rimedi di diritto (ovvero della possibilità di ricorrere, ndr) che avrebbero dovuto essere inseriti, trattandosi di una società a forte partecipazione pubblica”. V’è, infine, un accenno al fatto che nel bando la somma delle percentuali per assegnare il punteggio era 105 e non 100. L’istanza sottolinea le competenze della cordata sconfitta: la Swiss e-motion è una “spin off” della Polivideo Sa e “nel team è stato integrato il signor Antonio Prata, che per più di 14 anni ha gestito il Cinestar di Lugano”. Manfredini e Pascaretta rilevano poi di aver «ripetutamente cercato di ottenere dal Cda della Palacinema le informazioni riguardanti la graduatoria di concorso che ci ha visti uscire sconfitti, ma nessuna informazione è mai arrivata poiché, ufficialmente, “si tratta di documentazione interna alla società, che non può essere divulgata”».

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