Locarnese

Ospedale La Carità di Locarno, una nuova ala a sud

La prima tappa dell'ampliamento
24 marzo 2016
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Un ospedale di prossimità di carattere internistico, geriatrico e chirurgico, con servizi ambulatoriali specialistici che saranno in rete con gli ospedali di riferimento (ovverosia Lugano per tutto quanto riguarda l’adulto, Bellinzona per la pediatria e lo Iosi per l’oncologia). A questo si arriverà tramite uno sviluppo modulare, che calamiterà investimenti importanti da aggiungere ai circa 100 milioni di franchi già spesi finora, partendo da una prima tappa da 15-20 milioni.

Per la prima volta l’Ospedale regionale La Carità di Locarno esce allo scoperto, svelando le carte del suo master plan. E lo fa con la “Regione”. «Fra i vari progetti strategici dell’Ente ospedaliero cantonale v’è quello di aggiornare la logistica degli spazi, in tutte le regioni – ricorda il direttore della Carità, Luca Merlini –. Mendrisio, Lugano e Bellinzona hanno già avuto modo di comunicare le rispettive intenzioni di sviluppo (alcune, come a Mendrisio, in fase già avanzata), mentre Locarno, almeno pubblicamente, è un po’ rimasta alla finestra. In verità, com’è logico, disponiamo anche noi di un master plan, presentato di recente alla Città e ai sindaci del Convivio, che l’hanno accolto favorevolmente».

Orizzonte 2035-45

Il “piano di sviluppo” per Locarno riguarda i prossimi 20-30 anni, aggiunge Merlini, e per allestirlo erano inizialmente state considerate e poi scartate alcune soluzioni “suggestive” come il comparto ex Cartiera a Tenero, l’area ex Aerodromo ad Ascona e la ex caserma di Losone, oggi Centro per richiedenti l’asilo. Ciò significa che il futuro ospedale di Locarno si svilupperà – modularmente – nelle adiacenze della struttura esistente, dove «esiste materialmente la possibilità di immaginare un ospedale unico del Locarnese», secondo la visione dell’Ente ospedaliero cantonale.

In concreto, spiega Merlini, «accanto all’ala nord (ristrutturata nel ’93), all’ala ovest (l’ospedale nuovo) e all’ala est, si conta di edificare, a medio termine (diciamo entro 5 anni) una palazzina sopra l’attuale piazzale dei fornitori, dirimpetto alla scuola; una palazzina che noi chiamiamo “ala sud” e che dovrebbe richiedere un investimento fra i 15 e i 20 milioni di franchi. Quest’ala avrà la funzione di rendere possibile una scissione dei percorsi di ricovero, di degenza e ambulatoriali. Questo perché nel corso degli anni passati si sono aggiunti studi medici specialistici che hanno un po’ “parassitato” i reparti di cura, mentre ora emerge la necessità di liberare questi spazi. L’idea è appunto quella di convogliare gli studi medici nel nuovo stabile». In attesa che la costruzione diventi realtà – è notizia di questi giorni – l’Eoc ha concretizzato l’acquisto degli spazi dell’ex studio Andreotti in via Varenna (un piano più l’archivio). Il master plan prevede poi l’edificazione di un’ulteriore palazzina da realizzare a ridosso del Pronto Soccorso; in questa fase del progetto potrebbe venire integrato lo stabile situato immediatamente a ovest, lungo via Castelrotto.

Infine, più a lungo termine, un’ipotesi «futuribile», per dirla con Merlini, è quella di sfruttare la parte pubblica, di proprietà della città, dell’attuale parcheggio Fart in Sant’Antonio, dove potrebbe sorgere anche un autosilo. Contatti, giudicati «positivi» da Merlini, sono già stati stabiliti con il Comune. «La visione dell’Eoc è quella di un Ticino ospedaliero di valenza nazionale – nota il direttore della Carità –. Questo significa entrare a far parte della rete di ospedali ad alta specializzazione, che comprende i 5 istituti universitari più 5-7 ospedali cantonali di riferimento. Il percorso obbligato è pertanto quello che comprende delle chiare specializzazioni territoriali come quelle che stanno prendendo forma». La specializzazione rappresenta il 15% dell’attività ospedaliera nel suo insieme; il resto è costituito dal grande ambito della prossimità. Tutto ciò, occorre specificarlo, considerando le possibili conseguenze del doppio voto del 5 giugno prossimo, quando si andrà alle urne per esprimersi sul referendum contro la nuova Legge sull’Eoc e sull’iniziativa popolare dell’Mps “Giù le mani dagli ospedali ticinesi”. In merito al primo oggetto, Merlini è molto diretto: «Se la revisione della Legge fosse bocciata, tutto sarebbe molto più difficile per il settore sanitario pubblico. Anche a Locarno».

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