Grigioni

Rave party abusivo, Roveredo attacca il governo: ‘Fuorviante’

Municipio critico: ‘Non sapevamo di quell’evento. Perciò il CdS sbaglia a scaricare su di noi la responsabilità di non aver allertato la polizia’

Un’immagine di quella sera
6 aprile 2023
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Al Municipio di Roveredo non piace la recente risposta data dal Consiglio di Stato grigionese all'interrogazione della granconsigliera Eleonora Righetti sul rave party abusivo organizzato il 27 novembre ai piedi della diga della Roggiasca, evento dopo il quale è deceduta all'ospedale di Bellinzona una 19enne del Luganese. Mentre l'inchiesta penale avviata dalla Procura cantonale retica è tuttora in corso e nulla di rilevante emerge in merito, è la politica a parlare. In un comunicato il Municipio afferma di non condividere in particolare il passaggio in cui il Governo afferma che il Comune non avrebbe chiesto assistenza.

L'Esecutivo guidato dal sindaco Gianpiero Raveglia ritiene infatti «perlomeno fuorviante» affermare che “siccome l’evento si stava svolgendo in modo pacifico e non era giunta alcuna richiesta di assistenza amministrativa da parte del Comune, da parte della Polizia cantonale non vi era motivo per intervenire ulteriormente”. «Scaricare la sola responsabilità al Comune di un eventuale intervento orientato a ordinare l’interruzione dell’evento è – scrive il Municipio – un po' troppo semplicistico, considerato che i fatti si sono svolti ben lontano dal paese, in un luogo discosto e che visto il periodo non solo non disturbava nessuno, ma era addirittura impossibile udire il rumore prodotto dagli impianti acustici». Secondo il Municipio «è soprattutto difficile chiedere la collaborazione di qualcuno quando non si è a conoscenza che un evento è in corso».

Rimane il fatto, rileva sempre il Municipio, «che nella risposta governativa vi sono diverse contraddizioni, a cominciare dall’applicazione del principio della proporzionalità, soprattutto quando i reati sono perseguibili d’ufficio dall’autorità competente, che in questi casi non è di sicuro il Comune non essendo autorità di perseguimento penale». Quindi l'affondo: «Il Governo prima di rispondere all’interpellanza avrebbe fatto meglio a contattarci allo scopo di condividere almeno una parte dei contenuti della risposta». La quale, ricordiamo, assolveva in pieno l'operato della Polizia cantonale. Un'assoluzione criticata anche dall'avvocato Roberto Keller, intervenuto su queste colonne il 27 marzo.

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