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Centro giovani, ‘non siamo restrittivi: la sede non è a norma’

Il presidente del Patriziato di Roveredo Aurelio Troger replica a Dieter Suter: ‘Il Patriziato non può e non deve assumersi gli oneri per le migliorie’’

(Ti-Press)
29 dicembre 2022
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Dopo l’intervista a Dieter Suter pubblicata da ‘laRegione’ martedì 27 dicembre, il presidente del Patriziato di Roveredo, Aurelio Troger, precisa alcuni aspetti in merito alla decisione del Centro giovanile del Moesano di lasciare la sede all’interno della casa patriziale di Roveredo. E in particolare vuole replicare alla stoccata, da parte del presidente del comitato dell’associazione che gestisce il Centro giovani, al nuovo comitato del Patriziato rinnovatosi nella primavera del 2021.

‘Dal 2019 affittati locali non in regola’

«Nell’articolo il signor Suter dichiara che il vecchio comitato del Patriziato di Roveredo aveva considerato molto il Centro giovanile, mentre quello attuale è più restrittivo – afferma Aurelio Troger –. Per dovere di chiarezza, ricordo che il vecchio comitato aveva affittato i locali al Centro nel 2019 senza richiedere alle autorità preposte le necessarie autorizzazioni per il cambio di destinazione dello stabile. Infatti la zona in cui si trova la casa patriziale (ex Casa di Circolo) è residenziale. I locali usati dal 2019 non sono mai stati in regola con le disposizioni di carattere pianificatorio e di sicurezza, e non lo sono tuttora. Per ovviare a queste mancanze e poter affittare lo stabile a un centro giovanile, sono necessari costosi interventi per migliorie tecniche. E il Comune patriziale non può e non deve assumersi questi oneri». Costi, come messo in chiaro da Suter, non sostenibili nemmeno per l’associazione. «È compito della Regione Moesa e di tutti i Comuni politici del Moesano (non solo di Grono e Roveredo) garantire questo tipo di servizi alla popolazione. E a giusta ragione anche lo stesso Suter lo sottolinea», conclude Troger, il quale «auspica che si possa trovare una soluzione più confacente in tempi brevi».

Lasciata la sede nella casa patriziale, si prevede che le attività del Centro proseguiranno nella forma itinerante approfittando di alcune strutture che saltuariamente vengono messe a disposizione. "Senza una sede fissa sarà complicato continuare", ha però avvisato Suter, sottolineando come una realtà per la quale c’è un interesse di circa 200 adolescenti – che dal 2021 può contare anche su un’animatrice professionale grazie al mandato di prestazione istituto dai Comuni della regione – meriti un sostegno più concreto da parte della politica al fine di offrire ai giovani una sede più funzionale, moderna e lontana dall’abitato. Una ricerca avviata da anni dall’associazione ma fin qui senza esito nonostante alcune ipotesi, poi sfumate.

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