Bellinzonese

Rondini in diminuzione: ‘Meritano la nostra attenzione’

Avviato un progetto per censire e favorire la presenza degli uccelli sul Piano di Magadino

(© Chiara Scandolara)
28 aprile 2025
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Simbolo della primavera e del profondo legame tra l’uomo e la natura, per i prossimi due anni la rondine sarà al centro di un’iniziativa di carattere scientifico ed educativo che si concentrerà sulla zona del Lago Verbano e in particolare del Piano di Magadino. In queste settimane ha infatti preso avvio un progetto transfrontaliero di conservazione – nell’ambito del programma Interreg Italia-Svizzera denominato “Ecosistemi di Confine” – coordinato da Ficedula, Fondazione Bolle di Magadino e Fondazione del Parco del Piano di Magadino. Concentrandosi sulla zona agricola più grande del cantone, l’obiettivo è di aggiornare entro il 2027 il censimento delle rondini (colonie prioritarie, tasso di sopravvivenza e fedeltà al nido), confrontando la situazione attuale con quella emersa dalla medesima analisi effettuata quindici anni fa.

Come spiega la ricercatrice e responsabile del progetto, Chiara Scandolara, la presenza della rondine rappresenta anche un significativo indicatore ecologico, consentendo di valutare, seppur indirettamente, lo stato di salute dell'ambiente circostante con una certa accuratezza. La rondine si ciba esclusivamente di insetti, soprattutto mosche e zanzare che cattura in volo. Nidifica in ambienti in cui il rapporto con l’uomo conserva ancora un equilibrio, fattore che la rende vulnerabile ai cambiamenti ambientali. Aspetti come la riduzione delle prede (anche conseguente all’uso di prodotti chimici), la diminuzione dell’allevamento e la modernizzazione delle stalle possono avere degli effetti negativi.

Specie non minacciata, ma diminuzione annuale del 3-4%

Anche in Ticino c’è una stretta relazione tra le rondini e la presenza di attività agricole. Solitamente infatti le stanze con animali (mucche, cavalli, maiali) sono più calde e ricche di insetti. Il vecchio studio aveva accertato la presenza sul Piano di Magadino di una quarantina di colonie, per un totale di 250 coppie nidificanti, perlopiù situate in stalle, scuderie e abitazioni private. Per ogni azienda si conosce anche il numero delle uova deposte e dei pulcini involati. Così come fatto al termine della prima analisi, i dati ambientali che saranno raccolti nei prossimi due anni forniranno informazioni per poter salvaguardare le colonie ticinesi. «La rondine non è considerata una specie minacciata, tuttavia registra una diminuzione annuale del 3-4% e merita dunque la nostra attenzione – afferma Scandolara, già attiva nell'ambito del primo studio –. Con questo nuovo studio si vuole fare il punto della situazione, per poi valutare eventuali misure, anche in collaborazione con gli agricoltori. Pure sul Piano di Magadino, la più grande zona agricola del cantone che dunque ben si presta per dare un’indicazione generale, ci aspettiamo che ci siano dei luoghi dove la specie ha subito un certo declino. Sarà poi molto interessante confrontare la riproduzione delle rondini, oppure capire se in occasione della migrazione involano meno pulcini rispetto a quindici anni fa, ciò che potrebbe significare una minore presenza di insetti».

Prevista una sensibilizzazione con Comuni e scuole

Oltre a una presa di coscienza della situazione attuale e a possibili azioni concrete, tra gli obiettivi principali c’è una campagna di sensibilizzazione coinvolgendo Comuni e scuole. Il tutto tramite nuovi materiali educativi, attività didattiche, gemellaggi transfrontalieri, valorizzazione del progetto attraverso i social media con l’intento di accrescere la consapevolezza e la partecipazione pubblica sul tema. Eventuali avvistamenti possono essere segnalati tramite il sito www.ficedula.ch.

Dove vanno le rondini ticinesi

Il primo studio concluso nel 2012 aveva permesso, grazie a una nuova tecnologia, di analizzare il viaggio migratorio, fino ad allora sconosciuto, che le rondini del Ticino compiono ogni anno durante l'inverno: oltre 5'500 chilometri per raggiungere l’Africa equatoriale. Alcuni esemplari particolarmente audaci arrivano a superare i 9mila chilometri, attraversando l’intero continente africano fino a raggiungere il Sudafrica.